Come anticipato, in vista della pubblicazione degli esiti della mobilità 2017 attesi a partire già dal 9 giugno per la scuola primaria, PSN, in esclusiva per i nostri lettori, svela il funzionamento dell'algoritmo che sarà utilizzato per i movimenti territoriali e professionali dei docenti. Come già noto, dopo l'invio, la domanda di mobilità viene convalidata da USP: questo significa che è responsabilità di ogni ambito provinciale di titolarità controllare che i riferimenti inseriti sul portale Istanze On Line e documentati negli allegati siano conformi alla normativa e in special modo a quanto previsto dal CCNI 2017/2018.
Ma cosa accade dopo ? Una volta effettuata la verifica, come funziona la procedura di mobilità? Come opera il famoso algoritmo ?
In anteprima, sulla base delle fonti autorevoli di PSN, pubblichiamo uno schema elaborato dalla nostra redazione, con l’aiuto di Corrado Colangelo di FLC-CGIL, per chiarire come avviene l’elaborazione della domanda passo passo per ciascun docente.
L’elaborazione avviene per ordini di scuola e per fasi. È un’elaborazione unica ma che prevede (sullo stesso ordine di scuola) un continuo ritorno alle operazioni precedenti (in termini informatici si parla di iterazione), per permettere, man mano che si liberano i posti, che ciascun docente possa essere soddisfatto nella sua preferenza migliore, se possibile.
Ma andiamo con ordine descrivendo dettagliatamente le operazioni che saranno effettuate per ogni docente richiedente la mobilità.
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Fase provinciale
La prima fase dell’elaborazione è quella provinciale: a questa fase ovviamente partecipano tutti i docenti che hanno espresso preferenze relative alla provincia di titolarità.
Al termine delle operazioni di trasferimento in provincia (inclusa la sistemazione dei perdenti posto e degli esuberi provinciali) viene calcolato il numero di posti residui (per ogni tipologia di posto/cdc): il 60% viene accantonato per i futuri ruoli, il 30% è destinato ai trasferimenti interprovinciali ed il 10% alla mobilità professionale: gli arrotondamenti avvengono per migliore quota decimale e solo in caso di parità si privilegia la mobilità territoriale.
Se per esempio residuano 8 posti: 5 (4,8) saranno accantonati per le assunzioni in ruolo, 2 (2,4) per i trasferimenti interprovinciali e 1 (0,8) per la mobilità professionale.
Se invece residuano 6 posti: 4 (3,6) vanno alle nuove immissioni in ruolo, 2 (1,8) ai trasferimenti e nessun posto alla mobilità professionale.
Sui posti disponibili per la mobilità professionale si effettuano prima i passaggi di cattedra e poi quelli di ruolo (in provincia).
Le operazioni provinciali lasciano intatto il numero di posti a livello di provincia nel senso che si prende un nuovo posto e si libera il precedente. Può cambiare invece la natura dei posti, a seguito di trasferimento da sostegno a posto comune e viceversa, tra le tipologie di sostegno, tra le tipologie di posto (comune, lingua, carcerarie, ecc.) e per i passaggi di cattedra o di ruolo.
Fase interprovinciale
Nella seconda fase della medesima elaborazione per ogni ordine di scuola si effettuano le operazioni interprovinciali (ovvero si elaborano le richieste per sedi di provincia diversa da quella di titolarità). Come di consueto, prima si effettuano i trasferimenti e poi i passaggi, nei limiti numerici calcolati al termine della fase provinciale. Va sottolineato che i passaggi provinciali riducono la disponibilità per i passaggi interprovinciali. Nell’esempio precedente, con 8 posti residui, se a livello provinciale c’è un passaggio, non ci sono più posti disponibili per i passaggi interprovinciali.
I posti che si liberano, a seguito di mobilità interprovinciale o dei passaggi interprovinciali, (per lo stesso ordine di scuola) diventano disponibili per tutte le operazioni, comprese quelle già effettuate nella fase provinciale (per quell’ordine di scuola).
Se al termine dei trasferimenti interprovinciali non si satura la quota dei posti disponibili per la stessa (30%), i posti residui vengono resi disponibili per la mobilità professionale (inclusa quella provinciale non soddisfatta).
La procedura per ogni singolo docente
In premessa precisiamo che quando parliamo di preferenza intendiamo una sede o un ambito indifferentemente: ogni posto libero in una sede corrisponde ad un posto libero nell’ambito di riferimento, pertanto su quel posto concorrono sia coloro che hanno indicato la scuola che coloro che hanno indicato l’ambito, sempre in ordine di graduatoria.
Quindi se c’è un posto nella sede X dell’ambito Y otterrà il trasferimento chi precede in graduatoria indipendentemente dall’aver indicato la scuola o l’ambito.
Ogni volta che si assegna una sede/ambito si diminuisce di uno la disponibilità nell’ambito corrispondente.
In linea di massima, per verificare la possibilità di essere trasferiti su una scuola, nella quale vi sia posto, occorre controllare che nell’ambito vi siano ancora posti disponibili: la disponibilità di posti nell’ambito è data dal numero dei posti liberi diminuito del numero di docenti già trasferiti sull’ambito, in quanto gli stessi devono trovare una corrispondente disponibilità di posti al momento dell’assegnazione da ambito a scuola.
Solo nel caso di preferenza sintetica (provincia), qualora nella provincia vi sia più di un posto disponibile vengono sistemati prima, lasciando almeno un posto libero, coloro che, pur con minor punteggio, hanno indicato preferenze puntuali (scuole o ambiti).
Schematicamente, questa è la procedura
- Per ogni docente che partecipa alla mobilità viene creato un record che riporta la fase, le precedenze, il punteggio e la lista ordinata delle preferenze scelte.
- Questi record saranno tutti ordinati (per precedenze e poi punteggio e, in caso di parità, per maggiore età anagrafica)
- A partire dal docente con migliore posizione in assoluto, la procedura scorre i docenti graduati e assegna ad ogni docente la prima preferenza prescelta se c'è un posto disponibile;
- Se non c’è posto nella prima preferenza, si scorrono le successive e viene assegnata "provvisoriamente" la prima utile (se c’è) secondo le priorità indicate (“provvisoriamente” perché nello sviluppo della elaborazione [docenti che seguono in graduatoria e fasi successive] potrebbe liberarsi un posto in una preferenza migliore precedentemente non disponibile);
- In tutte le preferenze trovate “piene” (occupate) si viene posti in una coda (in ordine di graduatoria), in attesa di verificare se qualcuno dei docenti presenti in quella preferenza (già titolare o che vi è stato assegnato “provvisoriamente”) trovi diversa collocazione e liberi posti.
- Se il docente non ottiene nessuno delle preferenze indicate resta nelle code di tutte le sue preferenze in attesa di eventuali posti che si liberino: qualora al termine dell’elaborazione non sia possibile assegnargli nessuna preferenza, resta nella sede/ambito di attuale titolarità.
- Se il docente ottiene una nuova preferenza (definitiva o provvisoria) e ha già una sede di titolarità (o di incarico triennale), quella sede diventa disponibile per tutte le altre operazioni: “estrazione” (ovvero..”inserimento”) dei docenti temporaneamente in coda su quella sede (e in quell’ambito) e, se non c’è la coda, per i docenti che seguono in graduatoria.
- Se si libera un posto su una preferenza, durante i movimenti, si va a verificare se c’è la coda sulla sede e sul corrispondente ambito: in caso affermativo il primo docente di essa (quello con migliore posizione in graduatoria) ottiene questo preferenza (definitiva, se era la prima che aveva scelto o provvisoria se era una delle successive);
- Il docente che ottiene questa nuova preferenza libera quella provvisoria precedente (se la aveva ottenuta) o, se è la prima assegnazione, la sede di titolarità;
- Sul posto liberato si procede come sopra e così via fino a quando non si liberano più posti e quindi tutte le preferenze assegnate diventano definitive.
Preferenze provinciali e interprovinciali
Attenzione: se nella domanda si sono espresse prima preferenze interprovinciali e poi quelle provinciali, se anche nella prima fase si fosse ottenuta una preferenza provinciale la stessa sarà annullata dall'ottenimento di una preferenza interprovinciale in quanto indicata prima tra le preferenze (quindi più gradita). Non vale il viceversa: esprimendo in ordine prima preferenza provinciali e poi interprovinciali se si è ottiene una sede o ambito su provincia di titolarità non si viene trattati sulle preferenze interprovinciali perchè già accontentati su preferenze indicate prima (quindi più gradite) proprio come avevamo messo in guarda per primi con questo articolo di PSN.
Col prossimo pezzo tratteremo invece nel dettaglio come l'algoritmo tenga conto delle preferenze e precedenze con specifici esempi per comprendere il meccanismo di elaborazione degli esiti.
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