Lettere in redazione
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- Scritto da Anna Chiara
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Insegnanti sotto attacco. In tanti si sentono così in questo periodo. Con la Buona Scuola “soggettivamente”(!) interpretata dai DS (ne parliamo qui e qui), moltissimi docenti si sono davvero ritrovati in una posizione scomoda e mai sperimentata, tra il fare supplenze raffazzonate e lunghe soste in sala insegnanti; in tanti, troppi, hanno la sensazione di essere stati privati della loro funzione principale. La malattia, contagiosissima, ha un nome orribile, ma che rende l’idea: “tappabuchismo”. E i social sono pieni di sfoghi, di improperi, di lamentele sacrosante… ma senza via d’uscita. Almeno in apparenza.
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- Scritto da Redazione PSN
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Non mi sono lamentata fino ad oggi.
Assunta in fase C, sono andata a 1660 km da casa.
A Stresa ho conosciuto una nuova comunità ed ho passato quasi un anno.
Con la mobilità straordinaria volevo tornare a casa, ma non è stato possibile, quindi chiedo assegnazione provvisoria.
Il primo settembre tra mille avventure, pacchi e bagagli, prendo servizio a Stresa. Le assegnazioni definitive arrivano Il 05 ottobre; rifaccio i bagagli, torno in Sicilia, vado a scuola fino al venerdì e poi da lunedì 10 ottobre pendolare da Pantelleria.
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Arrivano in redazione numerose segnalazioni di bandi dei DS che, in maniera quantomeno fantasiosa, indicano per la chiamata diretta improbabili requisiti, più o meno qualificanti, che rappresentano, quando non sia un tentativo di favorire un docente segnalato, un chiaro delirio di onnipotenza. Al riguardo pubblichiamo la lettere giunta in redazione e riguardante alcune riflessioni sull'esito della mobilità e le conseguenze dell'applicazione della legge 107 riguardo a chiamata diretta, il merito e la "precarizzazione" del ruolo docenti.
Questo il testo della lettera firmata: Appena ufficializzati gli esiti della mobilità interprovinciale nella scuola, c'era chi esultava per il trasferimento ottenuto nelle vicinanze di casa propria (avendone tutte le ragioni, è ovvio), attribuendo il merito al ministro Giannini. Ma ciò è un torto, nel senso che è un ragionamento errato: un diritto non può essere spacciato come favore elargito arbitrariamente, a discrezione di un "santo", per quanto potente. Insomma, se hai raggiunto finalmente lo scopo della tua vita, l'attesa ed agognata stabilità professionale, persino la vicinanza della sede, tale risultato non è ascrivibile al governo in carica, ma è evidentemente un diritto finalmente riconosciuto e a lungo negato. Nel contempo servirebbe obiettare che la presunta "stabilità lavorativa" è ormai un miraggio a causa della legge 107/2015, che ha precarizzato il ruolo docente, inquadrando la categoria nei famigerati PTOF, i Piani Triennali dell'Offerta Formativa, allo scadere dei quali il preside potrebbe anche non confermarti, o dichiararti in stato di esubero o non più funzionale alle esigenze della scuola in cui hai prestato servizio fino ad allora.
A quel punto che si prospetterebbe un amaro destino: finire nei famigerati "ambiti territoriali", una sorta di calderoni da cui i DS e gli Uffici Scolastici andranno ad attingere il personale di cui hanno bisogno come avviene al "mercato delle vacche".
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La mobilità docenti 2016 si sta rivelando uno dei grossi temi caldi di questo periodo, pubblichiamo un comunicato inviato in redazione dal Gruppo Facebook Immobilizzati.
"In vista del prossimo incontro per la contrattazione in materia di mobilità, avendo appreso l'intenzione delle parti di differenziare la procedura di mobilità provinciale da quella interprovinciale, si fa presente che ciò comporterebbe una evidente disparità di trattamento tra docenti che si trovano nella medesima situazione ai sensi della L. n. 107/2015 . Tale norma, al comma 73, prevede per gli assunti entro il 2014/2015 che chiederanno mobilità (senza alcuna distinzione tra provinciale ed interprovinciale ) che la nuova titolarità sia trasferita da una scuola ad un ambito territoriale, con tutte le conseguenze che da questo derivano.
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Pubblichiamo una lettera giunta in redazione, spedita da una collega al giudice Ferdinando Imposimato, illustrando i dubbi e le perplessità comuni a tanti docenti nascosti nell'approvazione di questo DDL della #BuonaScuola.
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Lettera inviata da Maria Sapio - C’era una volta la scuola buona, fatta di libera docenza e di equità, trampolino di lancio per capaci e meritevoli, seppur privi di mezzi… in questo fantastico regno vi governava una figura mitica, il Preside, che era stato prima di tutto un libero insegnante. Egli , primum inter pares, coordinava i rapporti tra gli insegnanti e si poneva come un riferimento per loro e per le famiglie.
Questa scuola poneva l’accento sulla formazione del cittadino, portatore di dignità, oltre che depositario di diritti e doveri, particella originaria della società in cui il punto cardine è rappresentato dal pensiero critico e che ha come suo ineludibile presupposto pluralità e libertà di pensiero, diritti garantiti dalla Costituzione che, per usare una metafora cara al “padre costituente” Calamandrei, doveva coadiuvare il paese nella navigazione anche quando il mare è burrasca:
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Inviato da Michela Giangualano Gruppo Sostegno doc
Nel nuovo Disegno di legge 2994 sulla #BuonaScuola si prospetta una situazione particolare per tutti gli specializzati su sostegno nelle GaE. Oltre 10.000 attuali supplenti di sostegno specializzati (presenti in GaE) - quindi la maggioranza degli iscritti specializzati - verranno trasferiti per tutto il Nord Italia per ricoprire i posti di sostegno che non è possibile dare agli insegnanti del Nord, a causa di una politica delle specializzazioni che negli anni scorsi non ha consentito la formazione di un numero sufficiente di docenti specializzati in didattica speciale nelle regioni dove servivano. Il principio della priorità di assunzione su posti di sostegno, considerando che si farà ancora riferimento alla copertura al 100% dell'organico di fatto del 2006/2007 (invece che di quello del 2014/2015), farà sì che gli attuali docenti di sostegno del Sud, alla faccia della continuità didattica, verranno "deportati" in gran numero al Nord, anche laddove i posti di sostegno al Sud ci sarebbero (e verranno quindi coperti, successivamente alle immissioni straordinarie, da supplenti delle attuali Graduatorie di Istituto di II fascia). Ancora una volta gli insegnanti specializzati verranno discriminati, in quanto, anche a fronte di posti disponibili su disciplina nei loro territori di origine, non potranno concorrervi e dovranno trasferirsi forzatamente al Nord (proprio perché si dovrà dare priorità al sostegno e i posti già di diritto non ancora assegnati si trovano principalmente al Nord).
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- Scritto da Antonio Guerriero
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Pubblichiamo la lettera inviataci in redazione da Emanuela Marmo dopo i tragici fatti di Parigi con riflessioni molto interessanti sulla satira e spunti sull'importanza e necessità di trattarla a scuola. Emanuela Marmo impegnata da tempo in progetti cuturali e artistici si occupa di satira ed è stata tra gli organizzatori del Festival internazionale della Satira e curatrice della rassegna "Satira a piccole dosi".
"Che idea abbiamo dell'educazione e della formazione ? Le consideriamo forme di addestramento e di persuasione ? O sono davvero un laboratorio dialettico, composito, ispirato dal valore del rispetto, dall'umanità della relazione, nutrito da abilità e conoscenze indirizzate allo sviluppo di un uomo libero, in grado di scegliere e di esercitare onestamente la propria libertà ?", è solo uno tra i suoi spunti in cui propone agli insegnanti un confronto sulla possibilità di trattare la satira a scuola in un ipotetico progetto didattico.
Di seguito il testo della lettera inviato in redazione:
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- Scritto da Redazione PSN
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Pubblichiamo una lettera giunta in redazione da una docente iscritta al gruppo FB "Docenti Immobilizzati" preoccupata dal blocco della mobilità che potrebbe causare la "Buona Scuola", ipotesi non del tutto infondata come abbiamo spiegato in vari articoli.
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- Scritto da Redazione PSN
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Discriminare a scuola un bimbo di 4 anni per motivi religiosi ? Sembra assurdo, ma ancora nel 2014 può succedere nella scuola statale e laica. E' quanto successo in una scuola pubblica proprio nei confronti di un bambino la cui mamma, in qualità di insegnante di sostegno, ironia della sorte, è impegnata in strategie di inclusione degli alunni. Di seguito la lettera giunta in redazione di cui pubblichiamo integralmente il contenuto:
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- Scritto da Redazione di PSN
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Pubblichiamo una lettera-denuncia firmata, inviataci da una nostra associata, indirizzata alla dott.ssa Franzese, direttore generale dell'Ambito Territoriale di Napoli, in cui mette in evidenza, con toni tra il serio e il sarcastico, l'assurda situazione della propria classe di concorso ancora non presente nel calendario di convocazione per il conferimento degli incarichi per il II grado. Nella missiva la docente, vincitrice del concorso 2012 ma ancora in attesa di essere immessa, chiede qale sia la motivazione per cui la sua classe di concorso non sia ancora stata convocata (da inizio settembre) nonostante siano certamente presenti almeno sei cattedre da coprire. La docente fa poi presente che sia stata lei stessa ad accertare la presenza delle disponibilità più volte segnalate all'Ambito Territoriale dagli stessi Istituti scolastici lasciati inspiegabilmente senza docenti. Chiede, infine, alla dott.ssa Franzese se rientri tra i compiti dei docenti anche quelli di "proccacciarsi" le cattedre per poter pretendere di essere convocati e avere la possibilità di fare semplicemente ciò che ama fare di più: insegnare.
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- Scritto da Ciro Agizza
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Lettera in redazione Coordinamento Nazionale TFA
Gia l'articolo del 30 giugno definiva ampiamente contestabile l'azione ricorsuale intentata dai sindacati a sigle riunite contro il bonus di 24 punti attribuito ai docenti in possesso dell'abilitazione selettiva TFA.
Si delineano particolari che rendono ancora più inquietante la vicenda e che evidenziano ulteriormente l'eclatante faziosità delle organizzazioni sindacali in questione che, lungi dal salvaguardare ed armonizzare gli interessi contrastanti dei vari profili di abilitati, hanno deciso di schierarsi apertamente contro gli abilitati TFA, al fine di tutelare esclusivamente gli abilitati PAS.