Senatrice, Stefania Giannini, attuale segretaria di Scelta Civica è stata appena nominata Mnistro dell'istruzione.

Professore ordinario di Glottologia e Linguistica dal 1999, è stata rettore dell'università per stranieri di Perugia dal 2004 al 2013.

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L'anno successivo alla sua nomina a rettore, nel 2005, diventa rappresentante dell'Italia nel Comitato di selezione del programma Erasmus Mundus presso la Commissione europea, dove vi rimane fino al 2009. Nello stesso anno viene chiamata anche al tavolo Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo presso la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2006 è componente del Comitato di presidenza della Crui e nel 2009 entra a far parte del Comitato di orientamento strategico per le relazioni scientifiche e culturali tra Italia e Francia.

Nel 2013 viene candidata in Toscana nella lista Con Monti per l'Italia e viene eletta senatrice. Lo scorso 16 novembre viene nominata segretario e coordinatore politico del partito.

Abbiamo recuparato una intervista del nuovo ministro Giannini rilasciata nel febbraio 2013 proprio su Scuola, Università e Diritto allo studio rispondendo alle domande di Ustation, che a questo punto diventa preziosa per comprendere in tempi non sospetti e lontani dalla nomina a ministro quale fosse il suo pensiero e a quali determinazioni future potrà portare. 

Qui alcuni passaggi dell'intervista ripresa anche dall'Huffinton Post

Domanda: Nei test di verifica delle principali competenze acquisite dagli studenti delle scuole italiane il "federalismo" delle differenze si impone come una realtà ormai consolidata. Prendendo come esempio i risultati dell'indagine Ocse-Pisa del 2009 per le scienze, gli studenti di regioni come la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d'Aosta, il Trentino Alto Adige e il Veneto si collocano al di sopra della media Ocse, mentre molto al di sotto sono quelli di quasi tutte le regioni meridionali, con dati particolarmente negativi per Calabria, Campania e Sicilia. In che modo la candidata/il candidato ritiene che si debba intervenire per ridurre questo fattore primario di iniquità? E con quali risorse? E' favorevole, in particolare, a concentrare gli interventi anche "premiali" su quelle realtà che si rivelano capaci di contribuire di più alla crescita dei giovani nelle aree più difficili e disagiate?

I princìpi enunciati sopra valgono a maggior ragione per la scuola, che è istruzione dell’obbligo e che deve quindi garantire a tutti (veramente a tutti) il più alto grado possibile di cultura e di preparazione di base per il prosieguo degli studi. Lo squilibrio che i dati OCSE-PISA 2009 hanno evidenziato riflettono uno squilibrio reale, di cui il Paese soffre a scuola e altrove. Le quattro leve che porteranno ad un maggiore equilibrio sono, nell’ordine: autonomia reale ai singoli istituti scolastici, valutazione, riqualificazione del personale docente (formazione e aggiornamento), sostegno alle famiglie (anticipazione del diritto allo studio). Sono strumenti pensati e già sperimentati con successo in altri paesi non solo per far migliorare e premiare chi ha già ottenuto risultati apprezzabili, ma anche per migliorare la performance delle regioni svantaggiate.

La stima delle risorse necessarie è possibile utilizzando la previsione del FMI sulla crescita del PIL e dell’inflazione e considerando un riutilizzo pari allo 0,2% per la scuola.

Domanda: Si stanno svolgendo le prove del concorso voluto dal Ministro Profumo per gli insegnanti delle scuole. Questa decisione è stata fortemente contestata da quanti avrebbero preferito non bandire concorsi fino all'esaurimento delle graduatorie dei precari. Qual è la posizione della candidata/del candidato su questo problema? Si impegnerà ad incalzare il prossimo governo perché ogni anno ci siano altri concorsi? E con quali modalità?

 

I concorsi sono efficaci se e solo se si svolgono regolarmente. Il concorso per gli insegnanti delle scuole è stato sospeso per 13 anni. La conseguenza non poteva che essere la patologia del precariato. Quindi concorsi regolari, che valutino competenze disciplinari e didattiche.