fuga dal nordQuanto successo nella tarda serata di ieri, ha davvero il sapore dell’inverosimile e per chi era ancora sveglio, ha potuto assistere sui social a scene che non avevano nulla da invidiare ai kolossal hollywoodiani, immagini di gente in fuga dalla stazione di Milano con destinazione Sud, Roma e Napoli, le più ambite. Ma quale è stata la causa a provocare questa reazione irresponsabile e irrispettosa? Una fuga di notizie, o meglio una bozza del decreto, come confermato dal Presidente Conte, stamane alle due di notte in conferenza stampa, che è stata pubblicata in anteprima ieri sera in una versione non definitiva su tutti i giornali, e ciò ha generato il panico e la decisione di molti italiani di lasciare le zone che a breve sarebbero state chiuse e limitate ad ogni circolazione verso l’esterno. 

La domanda di noi comuni mortali è lecita, come è possibile che qualche personaggio, sulla cui sanità mentale si originano dei dubbi,  informato sugli sviluppi della riunione nella quale si stava elaborando questo nuovo decreto, possa aver pensato di dare in pasto questa bozza ai giornali e generare così panico tra la gente ?

Qualcuno lo ha definito un attacco al governo e alla salute di tutti gli italiani senza pensare che nessuno è immune al Convid-2019 per cui i valori di rispetto e umiltà dovrebbero essere alla base dei comportamenti e dovrebbero essere scevri da sentimenti di potere e superiorità. E così mentre il Presidente Conte incredulo e stremato riferiva sull’accaduto, ribadendo che quella che era stata resa pubblica era una bozza non definitiva, il cui valore sarebbe stato confermato soltanto dopo che lui vi avesse apposto la firma, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. alle ore 2.30 emanava un’ ordinanza urgente nella quale si vieta a “ Tutti gli individui che hanno fatto ingresso in Puglia con decorrenza dalla data del 7/03/2020, provenienti dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria, hanno l’obbligo:
– di comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta o all’operatore di sanità pubblica del servizio di sanità pubblica territorialmente competente;
– di osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario, mantenendo lo stato di isolamento per 14 giorni;
– di osservare il divieto di spostamenti e viaggi;
– di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza;
– in caso di comparsa di sintomi, di avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica territorialmente competente per ogni conseguente determinazione.

La mancata osservanza degli obblighi di cui alla presente ordinanza, comporterà le conseguenze sanzionatorie come per legge (art. 650 c.p., se il fatto non costituisce più grave reato).

Sulla stessa linea, stamane, anche il Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ha emesso apposita ordinanza nella quale si dispone l'obbligo di isolamento domiciliare per le persone rientrate in Campania dalle zone rosse definite nel decreto del Presidente del Consiglio dell'8 marzo 2020.

Difficile conoscere la destinazione dei tanti italiani che hanno pensato bene di fuggire, c’è chi parla di gente che del Sud, lavora in queste aree, ma anche di cittadini lombardi con residenze estive in Puglia, e che avrebbero optato per questo spostamento, visto la criticità del momento.

 A qualche ora dell’annuncio di Conte in conferenza stampa, e precisamente alle 3.52, il DPCM 8 marzo 2020, è stato firmato dal Presidente. Il provvedimento chiude, da oggi 8 marzo fino a venerdì 3 aprile 2020, la Lombardia e 14 province, non 11 come era scritto nella bozza, su carta intestata della Presidenza del consiglio, circolata ieri sera: vincolo di evitare ogni spostamento nell’intera Lombardia e in quattordici province di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, e precisamente Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Non è un divieto assoluto, spiega il premier, non si ferma tutto, non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.

Vediamo nel dettaglio alcune delle indicazioni date nel nuovo decreto Covid 19 dell’8 marzo 2020:

  • Evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché’ all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. In ogni caso è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante e il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus.
  • Sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti professionisti e atleti di categoria assoluta che partecipano ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali o internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico.
  • È sospesa l’apertura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
  • Svolgimento delle attività di ristorazione e bar, con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell‘attività in caso di violazione.
  • Sospese anche le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali.
  • Sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia, le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali anche regionali, master, università per gli anziani e corsi svolti dalle scuole guida. E’ esclusa qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa.

L’Italia si è trasformata in un vero e proprio campo di battaglia anche se il principale nemico appare essere non tanto il Coronavirus ma l’insieme di sentimenti contrastanti che pullulano nell’animo umano e che sono per lo più dettati dalla prevaricazione del proprio io e dal mettersi in salvo senza sapere che inconsapevolmente non fa altro che alimentare la diffusione del virus diventare allo stesso tempo una facile preda.