valeria fedeli

In una lunga intervista rilasciata a Repubblica.it, la ministra Valeria Fedeli fa il punto della situazione sulle principali questioni che riguardano la scuola. Si parte con il mondo degli studenti con le loro ansie da prestazione (secondo dati Ocse), sull'utilizzo dei cellulari in classe, passando per i concorsi per docenti abilitati, neolaureati, dirigenti scolastici per poi concludere con il rinnovo del contratto della scuola.

Vediamo punto per punto quanto dichiarato dalla ministra Fedeli:

Utilizzo dei cellulari in aula:

Valeria Fedeli: "Da venerdì prossimo una commissione ministeriale s’insedierà per costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula. Entro breve tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti". "È uno strumento che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico".

Di parere diverso Gilda degli Insegnanti  che in un comunicato stampa ha dichiarato:“Sull’uso didattico degli smartphone in classe continuiamo a nutrire seri dubbi perché, più che appassionare gli studenti, riteniamo che possa danneggiarli. Studi autorevoli sul tema confermano la nostra tesi sostenuta anche da un esperto del settore come il professor Manfred Spitzer, autore di ‘Demenza digitale’ e ‘Solitudine digitale’, il quale afferma che l’uso dello smartphone a scuola riduce di molto le performance degli studenti”.  Inoltre - sottolinea il sindacato - rileviamo una netta contraddizione tra quanto affermato dalla ministra e le disposizioni contenute nelle faq del Miur sulla Carta del Docente che escludono gli smartphone dall’elenco dei beni acquistabili con il bonus. Forse - conclude la Gilda - sarebbe opportuno che viale Trastevere facesse chiarezza su questo punto, visto che secondo la ministra ‘il tema è insegnare ai ragazzi come si sta sul digitale con la gestione e responsabilità dei docenti’ e che, dunque, lo smartphone diventerebbe uno strumento didattico a pieno titolo”.

Maddalena Gissi,segretaria generale della Cisl Scuola, “Educare ad un uso corretto, intelligente e consapevole degli strumenti di comunicazione è un obiettivo che rientra naturalmente nei compiti della scuola, che tuttavia non può farvi fronte da sola: devono sentirlo come proprio impegno e compito anche la società e la famiglia".

"Telefoni cellulari e smartphone sono ormai un'appendice inseparabile per tutti noi, non solo per ragazze e ragazzi", osserva Gissi. "Aprono orizzonti sterminati di informazione, moltiplicano le occasioni di comunicazione, in entrata e in uscita: tutto ciò rende ancor più indispensabile un approccio responsabile e critico, perché la tecnologia sia 'dominata' e non 'dominante'. Un problema educativo al quale la scuola non può ovviamente sottrarsi ma nel quale, lo ripeto, non può essere lasciata sola"."Altro discorso è quello di una regolamentazione, in ambito scolastico, nell'utilizzo di strumenti che non possono trasformarsi in fattore di turbativa di un ordinato svolgimento delle attività didattiche: al riguardo le scuole hanno senz'altro la capacità di dotarsi delle necessarie regole, usando semplici criteri di intelligenza e buon senso".

Francesco Sinopoli, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL:"Sulla decisione di reintrodurre l’uso degli smartphone nelle scuole, che la Ministra Fedeli ha lanciato nel corso di un’intervista a un quotidiano, vorremmo esprimere alcune opinioni, nella consapevolezza che il tema del rapporto tra uomo e tecnologia è talmente controverso che nessuna circolare ministeriale, o decreto, può darvi soluzione. Soprattutto se si assume in modo apodittico la questione, con un sì o con un no. Inutile nascondersi che le nuove generazioni, e sempre più i Millennials, sono multitasking, ovvero sono ormai abituati a usare più strumenti, conoscitivi e mediatici, libri, pc, tablet o smartphone, nello stesso istante, e mentre studiano. E non possiamo neppure nasconderci che ormai essi sono la “generazione connessa”. Tuttavia, ci permettiamo di invitare a considerare la relazione tra studenti e tecnologie con maggiore cautela e sobrietà, soprattutto alla luce di quanto costantemente ci raccomanda la comunità pedagogica e scientifica. Giusto immaginare un processo di educazione alle tecnologie, anche legata al piano dell’innovazione delle scuole, ma essa deve coinvolgere quanto più possibile l’intera comunità scientifica ed educante. Invece, si ha l’impressione che si sia partiti dalla fine: prima introduciamo lo smartphone e le tecnologie, e poi vediamo che uso farne, ammesso che sia possibile padroneggiarle del tutto. Fermiamoci tutti e ripartiamo da zero. Stiamo parlando della vita quotidiana di milioni di alunni e studenti, della loro relazione educativa, dell’impegno didattico di centinaia di migliaia di docenti (il cui parere ci pare decisivo), e facciamo, con sobrietà, le necessarie verifiche".

Dati Ocse sull'ansia da prestazione che provano gli studenti (circa il 70%):

Valeria Fedeli:"Sull’adolescenza ho creato uno dei tre gruppi di lavoro interni. Stanno incontrando associazioni e psicologi, ad ottobre organizzeranno una due giorni internazionale dedicata. Gli insegnanti, in classe, devono coinvolgerli e appassionarli. Un ragazzo può sbagliare, ma deve sapere che non è a scuola per essere giudicato, piuttosto aiutato a superare il suo limite. E deve riscoprire, in questo mondo, la qualità delle relazioni umane".

Per Francesco Sinopoli (Segretario generale Flc Cgil scuola: "(…) lo studio OCSE prova ciò che il sindacato afferma da anni: la scarsità dei finanziamenti al sistema dell’Istruzione e della Ricerca italiano sta radicalmente minando l’efficacia del sapere, pregiudicando le opportunità di ragazze e ragazzi, di donne e di uomini, che non possono realizzare sogni e aspettative e non riescono a contribuire al benessere collettivo del paese. E' ora di cambiare radicalmente pagina e prospettiva, prima che sia davvero troppo tardi per tornare indietro. Non possiamo abbandonare alla povertà economica e culturale intere generazioni".(...) "I risultati positivi, che pure ci sono e sono tanti, soprattutto nell'attività quotidiana delle comunità scolastiche, sono da attribuire alla dedizione, all'abnegazione e all’amore, che i docenti italiani e l'intero personale hanno per la scuola, ben poco ripagati dai vari governi che si sono succeduti. Per questo, la ripresa della contrattazione collettiva è determinante a partire dalla necessità di riconoscere il valore del lavoro. Con essa e mediante essa, si tratta di riaffermare finalmente la dignità  di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del sistema della conoscenza italiano". Per il sistema di Istruzione e Ricerca serve un investimento straordinario nella prossima legge di stabilità finalizzato alle infrastrutture, al diritto allo studio, ai salari, alla stabilizzazione dei precari e a nuove assunzioni.

Precari:

Valeria Fedeli: al momento “ tutte le cattedre sono state assegnate, 720mila insegnanti di ruolo e 85mila supplenti. Sono ancora troppi, ma l’anno scorso erano oltre centomila e in questa stagione saranno certi da settembre a giugno. Ne sono orgogliosa e ringrazio i sindacati che hanno aiutato questo processo".

Concorsi: 

L'Unione europea ci chiede, a scuola, una laurea. L'esperienza fatta in classe è importante, ma il livello di preparazione è prioritario"."(...) dovremo gestire la fase transitoria. A febbraio il primoper i docenti abilitati. Poi il concorso sul sostegno e, infine, quello per i neolaureati".

Per quanto riguarda il concorso per i dirigenti scolastici, "Mi dicono tutti che il regolamento e poi il bando saranno pronti il 15 settembre"- dichiara Fedeli.

 OO.SS (abstract comunicato Unitario): “Con la convocazione fissata al 14 settembre riprende il confronto con il Miur sulle tematiche più rilevanti per la condizione professionale dei dirigenti scolastici, dalla necessità della perequazione retributiva interna ed esterna alla valutazione, dalle condizioni di lavoro sino allo scottante tema della sicurezza degli edifici scolastici. Questi nodi cruciali sono al centro del prossimo rinnovo contrattuale e sono, secondo le dichiarazioni rilasciate in più occasioni dalla stessa Ministra, all’attenzione del Governo. FLC CGIL, CISL SCUOLA, UL SCUOLA RUA, SNALS CONFSAL hanno a più riprese denunciato la situazione di evidente penalizzazione retributiva a danno della dirigenza scolastica rispetto alla dirigenza pubblica, alla quale rivendicano l’equiparazione all’interno del nuovo contratto. Solo impegnando a tal fine le risorse necessarie il Governo darà prova di voler veramente riconoscere il valore dell’impegno e della determinazione di chi, in prima linea di fronte a ogni difficoltà, consente alla scuola pubblica di svolgere la sua funzione costituzionale, garantendone quotidianamente il funzionamento, e con esso l’esercizio del diritto allo studio sancito dalla Costituzione”.

Contratti:

Valeria Fedeli: "Entro metà dicembre chiudiamo uno e l’altro, con la Legge di bilancio. Gli insegnanti scolastici dopo sette anni avranno un aumento medio di 85 euro lordi, che potrà salire per chi ha anzianità e ruoli. Nella contrattazione proporremo premi per i docenti che lavorano sul sostegno, oggi ne mancano 9.949, nelle scuole di frontiera, nell’educazione per gli adulti e per la continuità didattica in generale. Il centro della scuola restano gli studenti".

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