Piano Digitale

"Senza cambiamento nella scuola non si produce cambiamento nella società. Le studentesse e gli studenti sono il nodo centrale di tutto il nostro investimento", ha dichiarato la ministra Valeria Fedeli durante l’evento Il Piano Scuola Digitale incontra il Paese che si sta svolgendo in queste ore a Roma  presso la Sala Centrale dell’Acquario Romano.

 

(foto:Miur)

 

Una occasione  per  fare  il punto sui primi diciotto mesi del Piano  Nazionale Scuola  Digitale (PNSD), per rilanciare  le politiche  per l’innovazione  del  sistema  educativo, avviare una più forte sinergia tra mondo della ricerca e innovazione del sistema educativo, in collaborazione con la CRUI e rilanciare il patto con i territori: sono stati infatti annunciati nuovi accordi con Regioni e Città Metropolitane e presentate le migliori esperienze di innovazione della scuola sviluppate dai Comuni.

In mattinata si è tenuto il confronto fra rappresentanti delle Istituzioni, del mondo accademico, di Regioni e Comuni e di imprese, che sono intervenuti per rilanciare il proprio coinvolgimento verso il PNSD. L’appuntamento è stato anche l’occasione per aggregare gli stakeholder che, insieme alle scuole e al Ministero, hanno contribuito e stanno contribuendo a sostenere l’innovazione del sistema educativo.

La Ministra Valeria Fedeli ha indicato le priorità per i prossimi anni, annunciando le nuove azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale che il Miur metterà in campo a partire da settembre. Anche insieme ai partner istituzionali.

La parte finale della mattinata è stata dedicata al confronto con imprese e società civile, con gli interventi di  Antonello Giacomelli, Sottosegretario di Stato al Ministero per lo Sviluppo Economico con Delega alle Telecomunicazioni, Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’Agenda Digitale, Presidenza del Consiglio, Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI, Debora Serracchiani,  Referente per l’Agenda Digitale per le Regioni, Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, e Agostino Santoni, Presidente di Assinform.

 

 

 Dalle 14.00 i tavoli tematici:

  1. EdTech: abilitare un ecosistema digitale per la scuola (in collaborazione con Team Digitale, Presidenza del Consiglio) Standard, interoperabilità, apertura e linee guida. Discussione con i produttori di tecnologie e contenuti per l’educazione.

  2. Università e Ricerca: costruire una Research Unit sull’educazione nel 21mo secolo (in collaborazione con CRUI) Costruzione di linee di indirizzo per un portfolio di azioni di ricerca sul rapporto tra innovazione digitale ed educazione

  3. STEAM e creatività: costruire un’azione nazionale per la promozione della creatività e della cittadinanza scientifica Incontro con gli stakeholder del mondo della creatività per feedback e co-progettare azioni

 

L'intervento della Fedeli

(...) Per troppo tempo la scuola è stata considerata un luogo lontano dall’innovazione; un mondo a parte. Separata dal Paese da tecnicismi, problemi e dibattiti che non hanno fatto giustizia al ruolo abilitante che l’educazione deve avere. Tra i pregi della Buona Scuola vi è indubbiamente l’inversione di questa narrativa. La lotta alla dispersione scolastica nelle periferie con le scuole aperte al pomeriggio, l’alternanza scuola-lavoro e - lo rilanciamo oggi - il Piano Nazionale Scuola Digitale sono tre delle principali strategie di apertura del sistema educativo introdotte dalla riforma. Con il Piano Nazionale Scuola Digitale, poi, muoviamo una leva in più: quella dell’innovazione. A maggior ragione in questo periodo storico, l’innovazione è una sfida per ogni individuo e organizzazione. Lo è per interi settori e per le economie di interi Paesi. È normale, quindi, che lo sia anche per il sistema educativo. Ed è qui che la visione complessiva, la cura dei dettagli e l’ampiezza degli investimenti del Piano Nazionale Scuola Digitale rappresentano un capitale straordinario, da valorizzare e su cui costruire qualcosa che va molto oltre l’innovazione del sistema scolastico: stiamo spingendo la domanda di innovazione del nostro Paese e la capacità di innovare del nostro Paese.

LA SITUAZIONE AD OGGI I dati che presentiamo oggi, anche se si tratta di un campione parziale, parlano chiaro. I passi avanti fatti in poco più di un anno e mezzo sono stati straordinari e il cambio di passo visibile, prima di tutto alle scuole. Solo due anni fa, i numeri evidenziavano una storia molto diversa. Una scuola che vedeva solo le briciole degli investimenti in innovazione e un rapporto OCSE che raccontava un’Italia indietro di 15 anni in fatto di digitalizzazione. Una grossa fetta di questo divario è ora stata colmata, con coraggio e determinazione. Ma il lavoro non è finito - e mai abbiamo pensato che lo sarebbe stato. Tutti i numeri però, anche se ancora parziali, ci incoraggiano molto. Perché ci ricordano che le azioni che stiamo mettendo in campo vanno assolutamente nella direzione giusta.

LE NUOVE AZIONI Le azioni che annunciamo oggi serviranno a lavorare su quattro direttrici. A colmare i divari rimasti, in maniera mirata, andando ad investire dove è più necessario. A consolidare gli investimenti più importanti, come quello sulla formazione dei docenti. A investire sulla comunità del Piano Nazionale Scuola Digitale e sugli innovatori che trainano tutta la comunità scolastica. A creare un ecosistema di innovazione attorno alla scuola, per avvicinare definitivamente scuola e mondo dell’innovazione. Il punto di partenza, la condizione abilitante per una scuola innovativa, è l’accesso a Internet. Su questo, il Piano Banda Ultra-Larga voluto dal Governo e portato avanti dal Sottosegretario Giacomelli ha messo in campo investimenti importanti, molti in corso proprio in questi mesi. I dati lo dicono chiaramente. Le scuole sono nel 97% dei casi dotate di connessione ad Internet, ma hanno bisogno di essere sostenute, anche finanziariamente, per acquistare un servizio più veloce e adeguato alle esigenze della didattica. Quello che il Sottosegretario Giacomelli annuncerà oggi è da considerarsi una bellissima notizia a favore della scuola, e lo ringrazio, perché completa un tassello importante e si aggiunge alle importanti azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale e ai contributi sulla connettività che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ripartirà tra le scuole.

STRUMENTI Dare alle scuole gli strumenti giusti significa non solo investire in tecnologia, quanto piuttosto puntare sulla qualità degli spazi di apprendimento e sulla capacità di questi di promuovere l’apprendimento pratico, la creatività, le soft skills e il lavoro su casi reali.

1. Laboratori professionalizzanti in chiave digitale Dopo gli investimenti verso le scuole del primo ciclo (atelier creativi), ora è tempo di investire sulle scuole secondarie di secondo grado. Con 140 milioni permetteremo ad ogni scuola superiore di innovare in chiave digitale i propri indirizzi caratterizzanti e professionalizzanti. Dall’agrario all’alberghiero, passando per la moda, la meccatronica, la chimica o l’odontotecnica, ogni indirizzo scolastico sarà accompagnato per affrontare la digitalizzazione con un approccio 4.0. È la convergenza tecnologica a creare grandi sfide e grandi opportunità e ogni professione, che nasce o che evolve, sarà influenzata da questo paradigma. Partiremo con il bando per le scuole il 20 settembre.

2. Periferie creative Vogliamo quindi proseguire l’investimento nelle aree deboli del Paese, come le aree periferiche delle grandi città, quelle colpite dal sisma e le aree interne più isolate. Con un investimento mirato di 2,5 milioni, che partirà il 29 settembre, permettiamo a scuole di periferia di costruire spazi innovativi aperti alla cittadinanza, come i Fab Lab, in sinergia con le migliori esperienze di territorio. Conosciamo l’impatto trasformativo dell’innovazione soprattutto nelle aree a maggiore isolamento, è su questo impatto che vogliamo investire.

3. Amministrazione digitale semplice ed efficiente Le scuole del primo ciclo ci hanno fatto richieste precise. In assenza di personale dedicato, vogliono essere aiutate ad accompagnare la digitalizzazione. Vogliamo rispondere a loro con la massima concretezza, attraverso due azioni. Con un investimento di 5,7 milioni di euro, diamo 1.000 euro a tutte le scuole del primo ciclo, quale fondo per l’assistenza tecnica, mentre con 15 milioni completiamo il percorso per portare il registro elettronico ad ogni classe della scuola primaria e media. Dare alle scuole gli strumenti giusti significa prima di tutto semplificare la vita a scuole e famiglie e rendere la comunicazione tra queste efficace e trasparente. Insieme al Team Digitale della Presidenza del Consiglio e ad AGID e grazie al sostegno del Commissario Straordinario per l’Agenda Digitale Diego Piacentini, che ringrazio pubblicamente, questa azione di semplificazione avrà due gambe aggiuntive. Entro novembre, daremo alle scuole gli strumenti per innovare la propria comunicazione, con siti web aperti e costruiti sulle esigenze della comunità scolastica tutta, per valorizzare l’identità di ogni istituto, l’offerta formativa, la didattica e i rapporti con il territorio, e per mettere al centro le studentesse e gli studenti e le loro produzioni. Cominciamo dalla comunicazione della scuola per cambiare la narrativa. A questo si aggiunge il lavoro per un sistema informativo del MIUR solido e moderno, aperto all’interazione con applicazioni esterne; un sistema di identità digitale per tutti, studentesse e studenti inclusi; una migliore circolazione dei dati della scuola. Un sistema, soprattutto, che faccia risparmiare molto tempo delle scuole.

COMPETENZE DEGLI STUDENTI E CONTENUTI Vengo ora alle competenze delle studentesse e degli studenti, nodo centrale di tutto il nostro investimento. Lo abbiamo apprezzato dai dati: gli investimenti messi in campo per le competenze digitali sono stati tanti e stanno già portando risultati: tra il 60 e il 75% delle scuole sta lavorando su cittadinanza digitale, pensiero computazionale, robotica e creatività digitale. E molte altre inizieranno a settembre, grazie agli 80 milioni di euro investiti a valere sui fondi strutturali. Programma il Futuro e Generazioni Connesse sono due esempi di partenariato di grande successo. I dati dell’Osservatorio Assinform lo dicono chiaramente: la base di studentesse e studenti con competenze digitali adeguate e che accede a università e lavoro sta aumentando, sulla scia dei nostri primi investimenti. Ora è tempo di affiancare a questo un investimento in profondità sulle competenze più importanti, anche in ottica Industria 4.0. 4. Le competenze digitali diventano strutturali negli ordinamenti La sfida è ora quella di rendere strutturali le competenze digitali negli ordinamenti scolastici. Per questo, il 15 settembre partirà un gruppo di lavoro con le migliori e i migliori esperti del Paese per rivedere le indicazioni nazionali e intervenire su cosa le nostre studentesse e i nostri studenti studiano a scuola. A questo affiancheremo altri due gruppi: uno servirà a chiarire l’utilizzo di dispositivi personali delle studentesse e degli studenti in classe, intervenendo sulle attuali circolari, risalenti a un periodo troppo lontano da oggi, e promuovendo un uso consapevole e in linea con le esigenze didattiche. Avrà 45 giorni per pubblicare delle linee guida chiare ed efficaci per le scuole. L’altro si dedicherà allo studio dell’innovazione metodologica nella didattica per fornire ad ogni scuola, molto concretamente, modelli applicabili per portare l’innovazione metodologica in ogni classe. Nel frattempo, continuiamo ad investire sulle competenze delle studentesse e degli studenti consolidando 4 direttrici chiave: - Educazione Civica Digitale. Un kit di attività, un percorso di formazione e una campagna di comunicazione pubblica per accompagnare da ottobre le attività di ogni classe e portare a sistema tutte le iniziative; - Pensiero computazionale strutturale. In partenariato con l’Università, investiamo in applicazioni territoriali di larga scala, per un investimento “verticale” ai cicli scolastici. Dalla prima elementare all’ultimo anno delle superiori, vogliamo stimolare la collaborazione dei territori: chiederemo a voi di co-investire su questo progetto. - STEM nelle scuole medie, con particolare attenzione alle ragazze. - L’imprenditorialità, su cui abbiamo appena investito grandi risorse (50 milioni), ma che intendiamo rendere un curriculum strutturale, come per le Olimpiadi di informatica. Lo spirito di iniziativa e la capacità di tradurre idee in azioni devono diventare attitudini di ogni studentessa e studente, e oggi ne lanciamo un tassello fondamentale: una Coalizione Nazionale per l’imprenditorialità, con tutti i partner. Contenuti digitali gratuiti di qualità Tengo particolarmente a questo argomento: chi lavora nella scuola deve avere accesso alla migliore produzione intellettuale e culturale del Paese. La produzione di conoscenza nell’era digitale è molto fluida e mette a dura prova la nostra capacità di riconoscere e misurare l’autorevolezza dei contenuti online. È giusto utilizzare meccanismi e piattaforme moderne ed efficaci, che accolgano, dove possibile, prodotti della creatività collettiva o degli utenti della rete, ma mai deve perdersi la bussola della qualità, con contenuti adeguati, scientificamente solidi e autorevoli. Vogliamo rendere disponibile un’offerta di contenuto gratuitamente per ogni studentessa e ogni studente già durante il prossimo anno scolastico: perché l’accesso alla cultura è un diritto fondamentale e non deve rappresentare una prima fonte di divario sociale.

FORMAZIONE E ACCOMPAGNAMENTO

5. Formazione di qualità Non esiste investimento in innovazione senza formazione di qualità. Dalla formazione passa la qualità di tutte le altre azioni e la capacità di accompagnare le scuole nella sfida dell’innovazione. Questa è un’esigenza universale, espressa sia da chi è dentro la scuola che da chi lavora insieme alla scuola. Per fare formazione di qualità non basta investire risorse. Dobbiamo invece consolidare e rafforzare le competenze che abbiamo nel nostro sistema e permettere ai migliori esperti e ai migliori contenuti di arrivare a tutti. Per fare questo, investiremo sugli snodi formativi esistenti combinando due investimenti strategici. Il primo, infrastrutturale, per creare almeno 18 luoghi (uno per regione) altamente innovativi, dove realizzare la migliore formazione pratica, con tecnologie all’avanguardia per sperimentare tutte le opzioni dell’innovazione didattica. Il secondo, di contenuto, per finanziare fino a 18 centri di competenza sull’innovazione educativa, anche in partenariato con università, ricerca ed enti di formazione, che producano i migliori contenuti per il sistema. Questi centri lavoreranno su tutti i temi del digitale, ma daranno particolare attenzione a due aspetti: fornire ad ogni docente gli strumenti concreti per portare metodologie innovative in classe e sviluppare le competenze di leadership educativa che servono al nostro sistema. Come per i competence center di Industria 4.0 abbiamo bisogno di dare struttura permanente al sistema della formazione, senza per questo diminuire il protagonismo delle scuole. Per dare gambe a tutto questo poi, metteremo in tutto 25 milioni per finanziare la fase 2 della formazione sull’innovazione digitale in ogni scuola.

6. Investire sulla comunità degli innovatori della scuola Il 12 settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, partirà la community online per gli innovatori della scuola. Sarà inizialmente disponibile per 40.000 persone (animatrici e animatori digitali, team per l’innovazione, presidi), poi successivamente aperta a tutti. L’idea di investire su uno strumento di questo tipo ha la valenza di dare finalmente alla scuola i migliori strumenti per collaborare e innovare. Bonus. Lo stakeholder club della scuola digitale. Vengo, infine, alle azioni che rappresentano il senso di questa giornata: fare squadra, lavorare insieme per l’innovazione della scuola, anche uscendo dalla nostra zona di comfort. Collaborare infatti significa questo: mettersi in gioco e sfidare i propri limiti. Ringrazio la CRUI e Gaetano Manfredi, che parlerà a breve, per la collaborazione appena iniziata sui temi della ricerca sull’educazione del 21mo secolo.

Ringrazio tutte le professoresse e tutti i professori e gruppi di ricerca intervenuti oggi e i tanti che continuano a inviarci le loro ricerche. Abbiamo iniziato un lavoro fondamentale, che deve portarci a disegnare linee di sperimentazione e investimento per capire le sfide educative del nostro tempo con molta più rapidità. Ringrazio Regioni e Comuni, oggi rappresentati in maniera così autorevole e così numerosa. Un segnale importante. Chi è presente qui oggi lo è perché sta facendo cose concrete con noi. Con quattro Regioni – Friuli Venezia Giulia, Basilicata, EmiliaRomagna e Umbria - e una Città Metropolitana - Bologna - abbiamo già iniziato un percorso molto stretto di collaborazione e le ringrazio. Oggi lo iniziamo con altre: Campania, Lombardia, Liguria, Sardegna, Puglia, Toscana e Città di Roma. E poi ci sono i Comuni, che fanno cose straordinarie usando al meglio risorse anche limitate e investendo sulla scuola. Anche con ANCI abbiamo iniziato un percorso, prima di tutto di raccolta di esperienze virtuose, di cui Cristina Giachi parlerà oggi. Ringrazio infine tutte le imprese, fondazioni e associazioni che oggi sono intervenute. Quelle che già da tempo lavorano con noi, e sono tante e molto autorevoli, e quelle che oggi iniziano un percorso con noi, firmando nuovi accordi. Se siete qui è perché credete nel nostro investimento, in questo Piano, e perché abbiamo un’idea condivisa di innovazione. A voi vogliamo dare un riconoscimento, a partire da oggi, attraverso modi più semplici per interagire con noi, più attenzione e velocità, creando lo Stakeholder Club per la Scuola Digitale. Mi avvio a concludere.

 L’educazione non è un settore: è la condizione abilitante di un Paese. Una premessa indispensabile per tutte le altre politiche. È l’unica vera risposta strutturale alla disoccupazione, per allineare domanda e offerta di competenze. Se non innoviamo la scuola, le politiche industriali non hanno gambe e persone. Il Ministero dell’Economia lo dimostra nei suoi studi. L’investimento che abbiamo messo in campo con il Piano Nazionale Scuola Digitale (sia quello in infrastrutture che quello in formazione e competenze) ha ricadute sul PIL e sullo sviluppo di questo Paese in maniera ben più ampia. Con gli investimenti del Piano Nazionale Scuola Digitale impattiamo non solo sul capitale umano (competenze digitali delle studentesse e degli studenti e competenze delle e dei docenti e della popolazione adulta). Una scuola più innovativa permette alle imprese italiane che lavorano con la scuola di crescere e di diventare autorevoli nei mercati internazionali. Una scuola più innovativa attira più investimenti verso l’Italia e lo abbiamo visto dal comportamento delle grandi aziende ICT del mondo, che hanno ricominciato ad investire sull’Italia in questi due anni. Una scuola più innovativa cambia il comportamento delle famiglie, racconta una storia diversa di un territorio. Una scuola più innovativa influenza la domanda di innovazione, la spesa, gli investimenti. Ciò che il Paese chiede alla scuola in termini di competenze, attitudini e offerta formativa per sostenere le esigenze di innovazione digitale è ben chiaro a tutti. Oggi vogliamo, per una volta, invertire la narrativa. Cambiare il punto di vista. Pensiamo a quello che la scuola può chiedere al Paese. La scuola ha bisogno dei vostri migliori contenuti, delle vostre migliori competenze, di un accompagnamento sempre più dedicato, dei migliori formatori, delle tecnologie più avanzate. A fronte degli investimenti fatti in questi 20 mesi - e dei nuovi che annunciamo oggi - possiamo tornare a fare della scuola il laboratorio di innovazione del Paese. Ecco perché la sfida che ci riguarda va ben oltre la digitalizzazione e passa per un cambiamento culturale definitivo. Da due anni, e oggi lo rilanciamo, questo cambiamento culturale è in corso. Il 19, 20 e 21 ottobre infine, per il secondo compleanno del Piano Nazionale Scuola Digitale ci vediamo per rilanciare ancora: sarà una grande festa dell’innovazione nella scuola e sarete tutti invitati. Lo scorso anno abbiamo coinvolto oltre 7.000 persone, quest’anno contiamo di fare ancora di più. Lo scopo di tutto questo è chiaro. Vogliamo preparare studentesse e studenti che non abbiano paura del futuro. Studentesse e studenti competenti, che guardino alla tecnologia con spirito critico, proattività e creatività, che governino i cambiamenti di domani. 

 

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