valeria fedeli

Si è svolto ieri, nella sede della CGIL a Roma,il Convegno “Contratto e Professione docente” promosso dal sindacato, che ha visto riunirsi per un confronto proficuo studiosi e contrattualisti, lavoratori della scuola, associazioni di categoria. Tra i presenti: Susanna Camusso, Francesco Sinopoli, il Prof. Massimo Baldacci dell'Università di Urbino, il Prof. Pietro Lucisano dell'Università di Roma la Sapienza, il Prof. Mario Ricciardi dell'Università di Bologna e la Ministra Valeria Fedeli.

Come ha spiegato la Flc Cgil in un comunicato, questi lunghi anni di mancato rinnovo dei contratti pubblici (otto per l'esattezza), hanno fatto male al Paese e reso più inefficienti i servizi, ma non hanno mai visto arretrare l’iniziativa del sindacato. Ora che ci troviamo di fronte ad un cambiamento di clima, che è partito con l’accordo governo/sindacati del 30 novembre 2016, vogliamo rimettere al centro il valore del lavoro pubblico quale risorsa strategica per il Paese.

Durante i lavori del convegno è stato più volte ripreso il concetto di scuola come comunità educante di cui fanno parte tutti gli operatori scolastici ed evidenziato il grande limite della legge 107/15 sulla scuola che ha escluso dal suo orizzonte intere categorie di personale, gli ATA in primis.

Il sunto della mattinata è semplice: il nuovo contratto deve farsi portatore di un’idea di scuola inclusiva e imperniata sulla collegialità, in direzione opposta a quella promossa dalla legge 107/15. Perché con il contratto un’altra idea di scuola è davvero possibile, con un docente che torni ad avere un ruolo e una professionalità legittimati dal suo essere intellettuale e ricercatore. Non più un “impiegato del MIUR”, ma capace di rispondere in modo consapevole alle complessità dei bisogni educativi legati al contesto in cui opera. Il rinnovo del contratto, in questo senso, può e deve avere una doppia valenza: quella di ridare valore alla professionalità docente e riaffermare i principi di scuola pubblica incardinata nei valori della Costituzione. I docenti ormai sono costretti a passare sempre più tempo a compilare carte a danno del lavoro di ricerca e della didattica. Le pastoie burocratiche sono un peso insopportabile per le scuole. Deburocratizzare il lavoro di docenti, dirigenti e ATA sarà una istanza che porteremo al tavolo di contrattazione.

(...) In questi anni la figura del docente è stata delegittimata, così come il ruolo della scuola pubblica all’interno del sistema sociale. Questo è accaduto perché il diluvio dei provvedimenti normativi degli ultimi anni e la deprivazione delle risorse sono avvenuti in assenza di una vera idea di scuola. Ci si è allontanati sempre più dal dettato costituzionale, piegando la scuola alle logiche del mercato, trasformandola in un’azienda il cui compito è diventato quello di formare, non più cittadini consapevoli, ma capitale umano addestrato alla competizione.

Nel pomeriggio, si è poi svolto un faccia a faccia tra la Ministra Fedeli e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che hanno fatto il punto su aspetti fondamentali della professione docente, come la valutazione e il ruolo sociale degli insegnanti.

La ministra Fedeli, ha dichiarato che rispetto al tema della retribuzione si parte dalle priorità contenute nell’intesa del 30 novembre 2016” sull’impiego pubblico, sottoscritta dalle sigle sindacali. “Dopo aver completato la nostra verifica ( stiamo facendo un confronto con le organizzazioni di rappresentanza) il Miur farà un atto di indirizzo semplificato all’Aran per aprire il prima possibile il tavolo negoziale“. (...)Considero l’accordo del 30 novembre importante, perché ha già stabilito qual è la cifra media – poi si discute nel merito – per questo rinnovo contrattuale. Poi ci sono dei temi rimasti aperti, ad esempio come pesano gli 80 euro”. (...) Per Sinopoli, l’aumento di85 euro deve essere confermato in legge stabilità siamo convinti che il governo lo farà, ma non può escludere gli 80 euro“. Per Fedeli“se si vuole dare rilancio agli investimenti per la scuola e per la formazione l’aggancio è l’investimento sulla qualità delle retribuzioni” dei docenti, “una delle professionalità più importanti del paese.

Sulla chiamata diretta (la Flc Cgil ne chiederà il superamento)è stato fatto un lavoro egregio, importante e condiviso, è già un modello”; Visione diversa per la Fedeli secondo cui "è stato fatto un lavoro egregio, importante e condiviso: è già un modello".

 

Sul tema della valutazione la ministra ha dichiarato:“sottrarsi alla valutazione non c’entra con i processi di autonomia e trasparenza, al centro della scuola ci sono gli studenti“; sulla formazione dei docenti, invece, se non ci fosse formazione continua, sarebbe sbagliato“.

 

Insomma per Sinopoli, c’è bisogno innanzitutto di riallineare, alla media dei Paesi Europei, gli investimenti che il nostro Paese fa in istruzione. Per fare ciò è necessario mettere un piano di investimenti di 17 miliardi di euro, pari a un punto di Pil. Fare un buon contratto di lavoro, innalzare le retribuzioni di docenti e ATA è il primo segnale di attenzione e di cura che il governo può mandare al Paese sul valore del lavoro prestato nella scuola pubblica.