Ni una menos è la sfida lanciata dalle donne argentine in tutto il mondo, per chiamare alla lotta e allo sciopero globale contro la violenza maschile sulle donne. Riteniamo importante che nel nostro Paese alla generale mobilitazione contro la violenza si affianchi la rivendicazione di un’effettiva parità di genere– scrive in un comunicato la Flc Cgil scuola-in un momento in cui l’attacco ai diritti del lavoro e di cittadinanza vede soccombere soprattutto le donne sul piano del salario e del ruolo sociale.

Mentre vengono tagliati i servizi, continuano a mancare gli asili nido e il pagamento delle mense, non più sostenibile per un numero sempre crescente di famiglie, mette in discussione la frequenza della scuola dell’infanzia e del tempo pieno nella scuola primaria, il lavoro di cura rimane prepotentemente sulle spalle delle donne, ostacolandone la piena realizzazione professionale e sociale. Nei nostri comparti della conoscenza la mancanza del rinnovo del Contratto nazionale di Lavoro ha poi contribuito ad indebolire la potestà di tutela, mettendo in difficoltà soprattutto le donne che non sempre possono contare sulla contrattazione per il riconoscimento dei diritti che discendono dalla Costituzione. In questo contesto, per educare alla parità di genere e sradicare la cultura della violenza sulle donne, la formazione riveste un ruolo centrale e strategico: dall’asilo nido all’università, l’educazione alle differenze deve essere una pratica diffusa che superi la cultura formale delle pari opportunità. Affrontare in modo critico il tema delle violenze di genere e far emergere le relazioni di potere che si instaurano attraverso gli stereotipi maschili e femminili deve essereobiettivo della scuola pubblica. Nell’ambito di queste considerazioni si rafforzano le motivazioni che continuano a vederci determinati contro la legge 107/15, una riforma che impedisce alla scuola di essere un laboratorio di civiltà, all’interno del quale sperimentare punti di vista condivisi nel rispetto di tutte le differenze. Aderire allo sciopero mondiale dell’8 marzo 2017 per i lavoratori della Conoscenza significa parlare di tutti i temi che abbiamo messo in campo in questi anni, restituire all’Istruzione e alla Ricerca obiettivi di qualità e a tutto il personale dei nostri comparti la dignità sociale e professionale che deve connotare le lavoratrici e i lavoratori dei settori pubblici, avamposto dello stato sociale.

Si dice contraria allo sciopero la ministra Fedeli che dichiara: la piattaforma di ‘Non una di meno’ che prevede lo sciopero per l’8 marzo non è il mio modo di operare. Sottovaluta i passi importanti che il Parlamento ha fatto, come mettere soldi sull’astensione dal lavoro retribuita al cento per cento se la donna denuncia il proprio partner violento. O il piano straordinario con finanziamenti per i centri anti-violenza. Non basta? E’ qualcosa, e va riconosciuto. Semmai  c’è un tema su cui siamo molto in ritardo: contrastare discriminazioni e violenza sulle donne riguarda gli uomini, dobbiamo discuterne e affrontarlo insieme. Questa piattaforma non ha unito, e mi dispiace. Il Parlamento italiano ha fatto passi concreti. Non riconoscerli non è utile.Perché non andare piuttosto sui luoghi di lavoro a coinvolgere le persone? Così si rischia di discutere dello strumento, lo sciopero, non di discriminazioni. In casa “non ci sono mai, lavoro dalle 7 del mattino a sera tardi. Ma da quarant’anni il mio impegno contro la discriminazione è quotidiano” ed “è da qui che devono partire le donne. Dal pretendere rispetto reciproco e dal condividere le responsabilità.

E una nota di "polemica" arriva anche dalla Cisl scuola nelle parole di Maddalena Gissi: il diritto delle donne al riconoscimento di una piena ed effettiva parità in ambito sociale e lavorativo, il contrasto duro e determinato alla violenza di genere, la lotta a ogni forma di discriminazione e di asservimento sono per la Cisl Scuola principi inderogabili e obiettivi da assumere anche nella definizione delle proprie strategie sindacali. L’8 marzo è come sempre l’occasione per ribadirli in tutta la loro importanza, con modalità e iniziative che favoriscano il massimo di unità, coinvolgimento e condivisione.Per la missione che svolge la scuola contribuisce in modo determinante ad affermare una cultura di dignità e rispetto, presupposto indispensabile per contrastare alla radice l’insorgere di comportamenti discriminatori: la celebrazione dell’8 marzo offrirà certamente lo spunto per dare particolare risalto a questi temi nell’azione educativa e didattica.Pensiamo che sia questo il modo migliore per valorizzare la ricorrenza”; meno scontate le ultime due righe (ma, si sa, in genere il veleno sta proprio nella coda): senza alcun bisogno di inseguire iniziative estemporanee che utilizzano impropriamente gli strumenti dell’azione sindacale.

 

In allegato la nota ufficiale diramata dal MIUR.

 

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