10317799 656246981146859 1224720975741914970 oRiceviamo e pubblichiamo il resoconto di un incontro avvenuto Il 23 marzo tra alcuni docenti della Scuola Statale Italiana di Madrid presso l'Ambasciata e il Ministro Giannini durante il quale hanno consegnato una lettera in cui esprimono tutta la loro contrarietà alla riforma della #BuonaScuola e al disegno di legge che tra pochi giorni inizierà ad essere discusso alla Camera.
Questo il resoconto:
Nel corso dell'incontro i 15 docenti della Scuola Statale Italiana di Madrid si sono avvicinati ed hanno consegnato una lettera di dissenso cercando di discutere con il ministro intorno ai punti deboli del ddl, dunque riassumendo i punti cruciali della lettera. Le risposte del ministro sono state piuttosto vaghe e deludenti. Da parte sua ha garantito un confronto reale in Parlamento per migliorare, eventualmente, alcuni aspetti della legge, non certo la struttura complessiva. Il ministro comunque si è impegnata a leggere il documento e a rispondere allo stesso. Chissà se lo farà mai....
Ci aspettavamo una conferenza, un dibattito, invece nulla... In realtà pare che il Ministro fosse lì per altri impegni istituzionali di cui però non si hanno notizie. 

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Spagna

Semplicemente un cocktail molto chic, in un ambiente super-protetto e selezionatissimo (sono stati invitati solo 15 docenti accuratamente scelti, le altre adesione dei docenti sono state rigettate). All'ingresso ovviamente controlli e via libera solo agli iscritti in lista. In tutto eravamo una trentina di persone al max, tra cui qualche studente, il Dirigente scolastico, il Presidente dell'istituto Italiano di Cultura. Insomma il Ministro ha fatto 30 minuti di presenza e chiacchiere intorno al più e il meno con gli invitati, accompagnata dall'Ambasciatore e sorseggiando un prosecchino.
Di seguito il testo del documento consegnato al Ministro Giannini dai docenti della Scuola Italiana di Madrid e firmato da 40 dei 58 docenti italiani della scuola (di ruolo e precari):

All’Onorevole Ministro dell’Istruzione Sig.ra Stefania Giannini

Noi, docenti firmatari della presente, dopo un’attenta lettura della proposta di legge sulla riforma della scuola ed una riflessione partecipata ed attiva, individuati numerosi punti di criticità e un disegno complessivo non condivisibile, intendiamo manifestarLe pubblicamente e con fermezza il nostro profondo dissenso.

La nostra valutazione scaturisce sostanzialmente dalla grave limitazione imposta alle basi democratiche su cui si fonda la scuola italiana.

Gli organi collegiali, che decidono in merito alla didattica, alla programmazione dell’offerta formativa e alla formazione dei docenti, vengono, nel Vostro disegno, privati di ogni potere deliberativo e sono ridotti a vuoti organi consultivi. L’attuale scuola della collaborazione e della condivisione democratica viene così sostituita da uno squilibrato modello gerarchico e autoritario. Tale sbilanciamento di potere decisionale da Voi proposto, inevitabilmente pregiudica anche gli altri aspetti del disegno di legge.

Lo stesso Piano Triennale dell’Offerta Formativa, di appannaggio esclusivo del dirigente, costituisce un attacco al diritto allo studio e comporta uno svilimento della qualità e dignità dell’insegnamento, che finisce per essere asservito agli interessi economici delle aziende sponsor. Scompare la continuità didattica e l’insegnamento da libero passa ad essere funzionale ad un disegno oramai del tutto esterno alla scuola stessa, nelle mani di interessi che nulla hanno a che vedere con la formazione di cittadini consapevoli e liberi. Si continua, in questo modo, il processo di privatizzazione dell’istituzione scolastica già inaugurato dai precedenti governi.

Gli albi territoriali, poi, costituiscono un’ulteriore minaccia alla libertà dell’insegnamento garantita e tutelata dalla nostra costituzione, privano i docenti del diritto di scelta e di mantenimento della propria sede di servizio precarizzando, di fatto, un’intera categoria. Albi e Piani Triennali, quindi, congiunti allo strapotere discrezionale assegnato al dirigente, cancellano di fatto il concetto di lavoro a tempo indeterminato e creano una nuova forma di precariato “familiare” che nasce dall’impossibilità, per i docenti e le proprie famiglie, di programmare la loro vita futura.

In merito al problema del precariato già esistente, invece, il governo è ben lungi dal risolverlo. Il D.D.L. prevede 100.701 immissioni in ruolo ma anche la soppressione delle GaE, in cui sono inseriti almeno 140.000 docenti, e l’allontanamento dalla scuola di tutti coloro che, presenti nelle graduatorie di seconda e terza fascia, hanno svolto almeno 36 mesi di servizio. Reputiamo inaccettabile l’abolizione delle graduatorie senza la previa stabilizzazione di tutti gli aventi diritto, così come stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea. Riteniamo inoltre ingiusta la cancellazione di tutti i diritti ed i meriti acquisiti in tanti anni di precariato attraverso l’iscrizione in albi che non garantiscono trasparenza né prevedono criteri espliciti e oggettivi per la valutazione della professionalità docente.

Il governo, infatti, da una parte sbandiera la necessità di una “valorizzazione” del merito dei docenti ma di fatto nega il riconoscimento del valore dei loro percorsi di formazione e delle loro libere scelte professionali e, lungi dallo stabilire criteri omogenei e oggettivi ne affida la valutazione alla discrezionalità dei dirigenti e di pochi loro collaboratori. Una forma chiara di valorizzazione della categoria docente sarebbe quella di adeguare gli stipendi agli standard europei e non svilire la loro professionalità e dignità utilizzandoli addirittura in classi di concorso diverse da quelle da loro scelte o possedute.

Il governo ha mostrato poca considerazione verso la nostra categoria non solo privandola di dignità, libertà e diritti nel disegno di legge proposto, ma anche trascurandoci come interlocutori e ignorando volutamente il nostro contratto di lavoro.

La sensazione che scaturisce dalla lettura del documento è che l’unica finalità perseguita dal governo sia il risparmio a tutti i costi, senza considerare quanta parte del tessuto sociale verrebbe compromessa se questa legge venisse approvata. Altre negative conseguenze ricadrebbero, infatti, sulle zone deprivate in cui è quasi impossibile trovare sponsor che sopperiscano alla carenza dei finanziamenti pubblici. Eppure il governo non fa che ribadire, in diversi punti del documento, che questi non verranno incrementati.

Per quanto riguarda le scuole italiane all’estero, infine, non ci sembra che l’affidamento di porzioni del curricolo a personale locale risponda ad una reale volontà di  potenziamento e diffusione della nostra lingua e cultura, ma al contrario riteniamo che possa determinare un abbassamento della loro riconosciuta qualità nel panorama internazionale.

Tutti questi provvedimenti sono, a nostro avviso, la spia di una deriva gerarchizzante, centralistica e antidemocratica che non possiamo condividere.

Auspichiamo, quindi, che il governo modifichi le sue proposte in base ad una reale consultazione degli attori del settore e degli esperti in materia di educazione e di scuola e che, prima di attuare la riforma di un’istituzione così importante, proceda ad una sperimentazione che ne garantisca la condivisione e l’efficacia.

Madrid 23 marzo 2015

Il testo della missiva consegnata al Ministro Giannini è stato fatto proprio già da alcuni gruppi fb di docenti che hanno deciso di utilizzarlo in un evento condiviso di mail bombing a tutti i parlamentari per manifestare il proprio dissenso al ddl di riforma.
Qui l'evento del gruppo fb "Difendiamo il piano triennale di assunzione"
https://www.facebook.com/events/816582651722623/