Sono cresciuto pieno di idee libertarie che hanno preso corpo in me anno dopo anno. Ho vissuto il crollo dei muri in quel 1989 che non sfuggirà mai dalla mia memoria; nel quotidiano l’idea di muro mi avvilisce, mi fa sentire costretto, schiavo delle consuetudini e nella pratica di insegnante mi succede lo stesso.

Mi viene in mente il TED EX di Matera, quando il mio amico Piersoft Paolicelli si chiese chi fosse stato Leibniz. A chiederlo in giro rischieremmo di avere risposte davvero variegate: qualcuno ci parlerebbe della sua matematica e del calcolo infinitesimale, croce e delizia degli studenti; altri ricorderebbero il suo essere filosofo, la sua capacità logica di pensatore che tanto ha fatto scrivere negli anni.

In ognuna di queste visioni, tuttavia, esiste proprio la sua idea di “monadi”, infatti in ognuna di queste risposte non vediamo il riflesso di Leibniz nel nostro mondo, nel nostro essere consapevoli del suo pensiero. Ed ecco che nasce la necessità di un’etichetta, di una categoria, di una forma in cui identificare il nostro amico, che, dal canto suo, sono certo, non si sia mai posto questo problema.

gottfried von leibniz

Ecco: da insegnante mi riappare un muro, quello del suono della campanella, il muro disciplinare che impone ai nostri ragazzi di assumere una forma, un volto ed una predisposizione a seconda della disciplina in arrivo, fino a vederli trasfigurare in modalità Italiano, piuttosto che Matematica o Scienze.

La faccio breve dicendo che vorrei veder crollare quel muro, vederlo cadere a tutto vantaggio di una didattica interamente multidisciplinare.

Non è questo il senso dell’articolo, questa era solo una breve introduzione. La sponda per questo nuovo lavoro me l’ha data la mia collega, prof.ssa Maria Campitiello, con la quale ho scritto a quattro mani questo articolo, quando l’anno scorso mi ha parlato di geostoria. Era interessante l’idea di poter accomunare due discipline in una e poter calare l’evento storico nella cornice geografica piuttosto che leggere una mappa alla ricerca delle date storiche che lo hanno caratterizzato.

L’idea definitiva, però, ci è venuta solo quest’anno quando, per puro caso, abbiamo visto il sito http://histography.io/  in cui, con una splendida infografica, viene segnato su una linea del tempo, che va dal Big Bang al 2015, un puntino indicante un evento storico riportato su Wikipedia. Ognuno di questi punti è interattivo e riporta immediatamente alla pagina relativa; ma la vera forza è la vista di insieme che permette tante chiavi di lettura diverse.

Screenshot 91

A questo punto noi, sempre alla ricerca di idee nuove, accattivanti ed interessanti, capaci di rendere l’apprendimento degli alunni attivo e competente, abbiamo pensato di sviluppare l’idea di geostoria utilizzando il processo tipico degli OPEN DATA, lavorando cioè su una piattaforma che si chiama http://timemapper.okfnlabs.org/, che consente la georeferenziazione e la datazione su TIMELINE di  eventi storici, così da creare una mappa interattiva storico geografica.

Come abbiamo fatto? Anzi come hanno fatto i nostri alunni? E’ stato abbastanza semplice: attraverso le funzionalità di Google Sheets, insiema ai ragazzi è stato creato un foglio di calcolo che somiglia in tutto e per tutto ad un foglio excel. Questo Database prevede la possibilità di inserire il TITOLO di un evento, la DATA di inizio e di fine, la DESCRIZIONE dello stesso; ed ancora, è possibile aggiungere link multimediali al titolo, immagini rappresentative o magari video.

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Attenzione però, si sta parlando di Open Data, ovvero di tutti dati aperti, che chiunque è libero di usare, riusare o ridistribuire e che sono al massimo soggetti all'obbligo di citazione e alla condivisione con lo stesso mezzo, secondo quella che comunemente si chiama licenza Common Creative. Quest’ultima costringe ad una visione critica e consapevole dei dati inseriti e dei canali da cui sono stati tratti.

Creative Commons

E per la parte geografica? Le possibilità erano due. La prima, un pò più raffinata, avrebbe previsto l'interrogazione di un altro database (openstreetmap) da cui ricavare le coordinate geografiche della località specificata nella casella di riferimento, come indicato dalla linea di codice sottostante.

=JOIN(",", ImportXML(CONCATENATE("http://nominatim.openstreetmap.org/search/?format=xml&q=",J3), "//place[1]/@lat | //place[1]/@lon"))

Ma questo metodo sarebbe risultato infruttuoso dal momento che trattandosi di storia si faceva spesso riferimento a città e località spesso non più esistenti (Costantinopoli, Troia, etc.).

Dunque, abbiamo deciso di utilizzare ancora dati aperti ed interrogare manualmente il sito http://www.openstreetmap.org, che permette una navigazione manuale appunto e la determinazione dei dati di latitudine e longitudine.

Screenshot 94

Ed ecco completato il lavoro!!!

Didatticamente è stato piacevolissimo creare un database e condividerlo con i ragazzi. Dopo qualche lezione in cui sono state date le istruzione per imparare ad usare il Google Sheet, siamo stati tutti proiettati, docenti ed alunni, in un’ ambiente allargato, in un lavoro comune ed ognuno da casa propria. In questo modo i ragazzi hanno studiato la storia, hanno frammentato le notizie, hanno scelto gli eventi che ritenevano interessanti e li hanno inserti, rielaborandoli, hanno ricercato luoghi ed individuato sulla carta la loro posizione, hanno visionato e scelto immagini, video, il tutto condividendo, aggiornando e lavorando tutti sullo stesso database.

Il risultato di questo lavoro si può vedere nel link sotto, ovvero una mappa interrogabile per data, posizione geografica o sfogliabile per evento (qualora il browser bloccasse la visualizzazione sentitevi liberi di eseguire lo script che è assolutamente sicuro, in ogni caso il link di riferimento è http://timemapper.okfnlabs.org/lucascalzullo/database-storia-programma-di-i ).

 

Abbiamo abbattuto il muro? Credeteci, la risposta è univoca, sì.

Ormai storia e geografia vengono studiate insieme grazie al mezzo informatico. I ragazzi hanno imparato ad affrontare le discipline in maniera laboratoriale, lavorando in gruppo mediante la condivisione online. Hanno creato un dataset dinamico che, collegato alla mappa, consente un aggiornamento costante (chiunque modifichi il file di riferimento genera automaticamente un cambiamento della mappa). Con questo lavoro, i ragazzi hanno imparato a dare una lettura critica della storia non fermandosi più alla notizia riportata da Wikipedia (inevitabilmente spesso unico riferimento nello studio disciplinare), ma frammentandola, la ripuliscono, la modificano e la rielaborano secondo le esigenze.

Sono anche capaci di lavorare come revisori di bozze, verificando la correttezza formale e i contenuti di quanto scritto. Ed ancora ci preme sottolineare le competenze di cittadinanza indotta, grazie all’uso del sistema delle licenze, della citazione delle fonti e della condivisione del proprio lavoro con diritto di utilizzo.

Ma non possiamo fermarci qui, parafrasando un film western famoso, “i muri più sono grandi, più fanno rumore quando cadono”. E allora, ad un lavoro in continua evoluzione, che in pochi anni ci porterà ad avere un discreto database di geostoria, costruito senza ansia o costrizioni, giorno per giorno dagli stessi studenti, ci piace immaginare che sia tutta la scuola a partecipare in un unico enorme processo di apprendimento condiviso e magari sarebbe bello che la nostra scuola media potesse aprirsi alla collaborazione con altre scuole, anche di altro ordine, per volare tutti insieme sulle ali della conoscenza, della condivisione e di una cittadinanza attiva.


Qualcuno vuole partecipare?