Dal prossimo 4 maggio moltissime persone, circa 4 milioni e mezzo, torneranno a lavoro. Da qui il sorgere di un enorme problema nella gestione familiare: genitori a lavoro e figli a casa fino a settembre. Ma con chi?
Il governo ha previsto diverse misure per aiutare le famiglie quali i voucher baby sitter o il congedo parentale ma sono sufficienti? Questi “incentivi” arriveranno davvero a tutte le famiglie? E come si può far fronte alle difficoltà legate alla didattica a distanza che, nonostante le considerazioni positive del ministro Azzolina presenta ancora diverse problematiche ?
A questo proposito è intervenuto Luigi Gallo, deputato del Movimento Cinque Stelle e presidente della Commissione Cultura alla Camera.
“Stiamo lavorando in Parlamento per un graduale ritorno alla presenza a scuola con un numero ridotto di studenti per aula per garantire la sicurezza dato il rischio di contagi da Covid-19. Sarà necessario un cambio di organizzazione, sugli orari e sugli spazi. Le lezioni in classe saranno accompagnate dalla didattica a distanza, e potranno svolgersi anche in luoghi aperti”.
La scuola può educare ad una società che cambia senza esporre a rischio la salute dei bambini, delle famiglie e degli operatori scolastici.
Nonostante molte polemiche sono sorte sul prolungamento della chiusura delle scuole e molti hanno chiesto, da più parti, la riapertura annoverando ad esempio altre nazioni: alcune nazioni come la Francia dopo l’annuncio della riapertura hanno poi fatto un passo indietro annunciando la chiusura della scuola fino a giugno. In Spagna invece non esiste ancora una data per l'eventuale riapertura.
Altre, come la Cina, hanno visto il rientro a scuola dei bambini della primaria con un cappello con falde laterali orizzontali lunghe un metro, per rispettare il distanziamento sociale in classe o con mascherina e visiere protettive.
Tra i docenti ci si chiede se è possibile fare paragoni con altre realtà tanto diverse dalla nostra.
Purtroppo il rischio di ritornare ad un'innalzamento della curva dei contagi in caso di riapertura di tutti i settori è elevato in quanto comporterebbe la mobilità di milioni di cittadini, per questo la scelta di tenere le scuole chiuse potrebbe risultare la più sensata.
Ma come aiutare le famiglie i cui genitori torneranno dal 4 maggio nei luoghi di lavoro?
Come richiesto dal M5S alla ministra Azzolina occorre predisporre un piano strutturato per permettere delle attività in presenza per i ragazzi più deboli non raggiunti dalla didattica a distanza, compresi gli studenti con disabilità.
Questo perché nonostante siano stati stanziati fondi per fornire agli studenti meno abbienti dispositivi digitali individuali e accesso alla rete per la didattica a distanza; nonostante si sia prevista l’assunzione di assistenti tecnici per supportare la didattica a distanza, in Italia esistono un milione e duecentomila giovani che vivono in situazioni di povertà educativa e culturale che non si risolvono con un dispositivo tecnologico.
Se poi pensiamo alla didattica a distanza per bambini frequentanti nidi e scuole dell’infanzia ma anche primaria tutto è più complicato.
Per questo Gallo afferma che: “vanno elaborate strategie differenti – penso alla creatività e all'importanza del gioco e all’educazione emotiva- per facilitare il rientro di bambini che non potranno abbracciare e baciare i compagni di classe o che dovranno indossare i dispositivi di protezione. Attrezziamoci per avere mascherine e guanti colorati per i bambini, per rendere accettabili le nuove regole apprendendoli attraverso gioco e laboratori. Serve assolutamente un investimento per personale pedagogico, educatori e assistenti sociali e formazione per i docenti che si dovranno attivare in maniera proattiva per offrire servizi differenti e approcci differenti dalla semplice didattica, sia per i minori più a rischio, sia per i bambini della fascia 0-6 e delle elementari”.
Ma per venire incontro alle difficoltà famigliari Gallo propone anche di pensare ad “attività come i centri estivi che vanno pensati per dare un supporto ai bambini i quali devono ritornare ad essere cittadini e protagonisti, non solo considerati un'appendice delle nostre attività produttive”.
Certo è che la soluzione più immediata potrebbe essere quella di facilitare e sostenere lo smart working per il maggior numero di soggetti.