Dopo le recenti dimissioni di Renzi in seguito al referendum si sono fatte mille ipotesi sul futuro del nostro Paese e sulle conseguenze che ci saranno sul mondo della scuola.
Cosa accadrà?
Che succederà ai docenti trasferiti lo scorso anno a seguito del piano di assunzioni straordinario che vogliono tornare a casa?
Cosa accadrà ai docenti tuttora iscritti in Gae?
Cosa accadrà ai nuovi vincitori di concorso senza cattedra?
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Attualmente l’unica risposta seria e sensata è “BOH”!
Possiamo azzardare delle previsioni? Certo!
Difficile, non impossibile, che un governo tecnico avrà tempo e mezzi per districarsi tra tutte le situazioni relative al mondo della scuola: dalla deroga al vincolo triennale, alla stabilizzazione del numero di cattedre in più che occorrono ogni anno all’organico dell’autonomia, alla sistemazione definitiva degli insegnanti in gae , seconda fascia...
I docenti invece cercherebbero risposte certe, ed anche noi si intenda le cerchiamo e vorremo fornirne, ma possiamo solo assistere al vano tentativo di molte testate di settore che si affrettano a dare “quasi per certe” ipotesi e congetture che attualmente possono restare solo tali.
Solo una certezza c’è : la 107!
La “Buona scuola”, c’è, è legge e seppure venisse abrogata (ipotizzandolo in futuro non troppo prossimo) gli effetti resterebbero.
Uno su tutti? I docenti assunti lo scorso anno!
Un dato numerico encomiabile gestito però in maniera negativa in termini organizzativi.
Come far tornare tutti a casa, risolvere precariato, dare le cattedre ai gm?
Queste le domande che verranno poste al prossimo ministro dai docenti precari e dai nuovi di “ruolo-precari” creati dalla 107.
Altra certezza è che chiunque verrà, se sarà un semplice “babbano” senza poteri magici, non potrà accontentare tutti, a meno di non prevedere classi con più docenti che alunni…
Certo la riduzione delle "classi numerose" (si quelle che chiamate "pollai", io ci insegno preferisco altri appellativi), il ripristino del tempo pieno (così come previsto alla sua nascita e non come si è pasticciato in tante scuole negli ultimi anni), i posti in of in organico dell’autonomia, sarebbero misure utilissime non solo all'aumentare posti di lavoro per i docenti, ma per migliorare la qualità della scuola tutta, soprattutto per gli alunni.
Già gli alunni, a volte “li dimentichiamo” così presi dal nostro complesso fine mese …
Allora allarghiamo la prospettiva ai contenuti pedagogico-didattici ed alle metodologie che si dovrebbero attuare, dobbiamo quindi chiederci : cosa andrà didatticamente di moda nella “Collezione a.s. 2017/18”?
Coding , educazione fisica, flipped classroom, arte “very bello” (cit), , alternanza scuola-lavoro, sitting*…
Non lo sappiamo nuovamente. Sappiamo però che tutti sperimentano su noi e sui nostri ragazzi quindi sul futuro del Paese
senza chiedere mai il parere a chi deve attuare queste metodologie ogni mattina (affascinanti, utili o inutili che siano),
senza chiedere mai il parere a chi a scuola c’è ogni giorno e va avanti nonostante le riforme più o meno felici.
Pertanto i nostri migliori auguri a chi vorrà nuovamente occuparsi della scuola, sperando che per una volta chieda, non solo formalmente, anche ai docenti ed agli studenti, nondimeno a pedagogisti e ricercatori delle discipline connesse alla didattica ed alla pedagogia, di cosa noi abbiamo bisogno.
E come disse un saggio: E IO? SPERIAMO CHE ME LA CAVO!
(Per i lettori più attenti il *sitting è una proposta mia, molto innovativa, che non riesco mai a far passare: ogni alunno dovrebbe avere una sedia e un banco proporzionato alla sua altezza per assumere una corretta postura, integro e senza schegge o parti in ferro rotte che possano entrare nelle dita o altrove … lo so vi ho stupiti, ma questa è pedagogia d’avanguardia)