A pochi giorni di scadenza dalle consultazioni che stanno avvenendo sulla "Buona scuola" che promette di risolvere il problema del precariato con la stabilizzazione di circa 150 mila docenti precari (a quale prezzo non è ancora dato sapere) è utile ripercorrere gli ultimi 40 anni in materia di reclutamento dei docenti che hanno visto susseguirsi continue promesse tra concorsi, graduatorie e sanatorie facendo un excursus a partire dai primi anni settanta quando i docenti con contratti a tempo determinato diventarono il 50% del totale dando la spinta per le prime leggi ad hoc per riassorbire il precariato. Da allora non si è più riusciti a tornare indietro con scelte sbagliate che hanno condizionato la vita di migliaia di docenti e milioni di studenti.
In principio fu il "doppio canale", poi vennero le "graduatorie permanenti" e quelle "a esaurimento". Se si volesse cercare un punto di partenza per parlare del moderno precariato nella scuola si dovrebbe partire dal 1989.
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Ma si potrebbe iniziare il racconto anche da prima: dagli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, quando la scolarizzazione in Italia si impennò e in appena un decennio - dal 1962 al 1972 - gli alunni passarono da 8 a 11 milioni, mandando in tilt l'intero sistema scolastico nazionale. Le prime leggi ad hoc sul precariato della scuola arrivano infatti nel 1971 e nel 1973, quando vennero indetti i primi corsi speciali per rilasciare l'abilitazione all'insegnamento a coloro che avevano lavorato soltanto col titolo di studio: laurea o diploma.
Sanatorie in poco tempo. Prima di allora la certificazione - l'abilitazione - per insegnare si otteneva soltanto attraverso l'idoneità ad un pubblico concorso, perché così stabilisce la Costituzione. Ma in quegli anni di tumultuoso incremento della popolazione scolastica bastava presentarsi a scuola e chiedere al preside di insegnare. Spesso, per essere assunti bastava essere in possesso della laurea o di un diploma tecnico e, se c'era posto, il gioco era fatto. La penuria di docenti era tale che la scuola reclutava quasi tutti. Si cominciava una carriera da precario destinata poi ad essere sanata da una serie di interventi legislativi successivi.
"Per soli titoli". Nel 1973, venne infatti sancito il diritto ad essere immessi in ruolo, oltre che attraverso il concorso per esami e titoli, anche attraverso una graduatoria ad esaurimento: il concorso per soli titoli. La norma venne varata quando in Viale Trastevere era entrato da pochissimi giorni il democristiano Franco Maria Malfatti. Il 3 aprile di quell'anno Martin Cooper effettuava la prima telefonata con un telefono portatile mentre il giorno dopo veniva inaugurato il World Trade Centre: le Torri gemelle di New York. Il precariato, in quegli anni, toccò la quota del 50 del per cento - circa 217mila insegnanti - dell'intero personale docente e occorreva tamponare una eccessiva instabilità del sistema. Per iscriversi nelle neonate graduatorie ad esaurimento, bastava essere in possesso dell'abilitazione all'insegnamento e una determinata anzianità di servizio: due o tre anni di supplenza.
I corsi abilitanti. Nel 1982 e nel 1984 vennero organizzati altri corsi abilitanti per sanare la posizione di coloro che, ancora una volta, insegnavano senza abilitazione. In Viale Trastevere in quegli anni si succedevano Guido Bodrato e Franca Falcucci, ancora due democristiani, ed era anche la prima volta di Bettino Craxi a Palazzo Chigi. Il 3 gennaio del 1982 un network di 18 televisioni private comincia a trasmettere su scala nazionale. A fine anno la rete di televisioni viene acquistata da Silvio Berlusconi. Nel frattempo, la massa di insegnanti precari aumentava con lo stesso ritmo dell'incremento degli alunni e nel 1989 arrivò il cosiddetto "doppio canale": una norma che di fatto è in vigore ancora oggi.
Graduatorie permanenti. Del totale dei posti autorizzati ogni anno dal ministero - della Pubblica istruzione, prima, e dell'Istruzione, dopo - metà vanno ai vincitori dei pubblici concorsi e l'altra metà ai precari iscritti nelle graduatorie provinciali, cui si poteva accedere con tre anni di servizio e l'abilitazione all'insegnamento conquistata attraverso un concorso precedente. Così, i canali per accedere alla cattedra fissa diventavano due: concorso per soli titoli e concorso per titoli ed esami. Dieci anni dopo, nel 1999, le graduatorie del doppio canale - il cosiddetto concorso per soli titoli - vennero trasformate in graduatorie "permanenti", forse a sottolineare lo status di precariato permanente in cui si sarebbe trovata una consistente fetta di insegnanti negli anni a seguire.
Sempre più vecchi. Nel 2000, i precari "veri" - cioè quelli non di ruolo - iscritti nelle graduatorie permanenti sono oltre 217mila e per la prima volta ne viene fatto l'identikit: meridionale, donna, non proprio giovanissima. Il 9 per cento ha già festeggiato i 50 anni e il 47 per cento ha spento 40 o più candeline. I supplenti meridionali superano abbondantemente la metà del totale (il 58 per cento) e la stragrande maggioranza (l'82 per cento) è donna. Ma non solo: metà ha già prole, un terzo addirittura due o più di due figli. La fotografia non cambia nel 2007 quando il ministero pubblica un altro focus sui precari della scuola perché nel frattempo l'allora ministro Giuseppe Fioroni manifesta la volontà di risolvere il problema del precariato nella scuola e trasforma le graduatorie da "permanenti" in graduatorie ad "esaurimento".
Nel 2007, si contano 237mila precari "puri" nelle liste ad esaurimento, con età media di 38 anni. E da allora le graduatorie vengono letteralmente blindate, senza dare più la possibilità a (quasi) nessuno di inserirsi. Comincia, così, a calare il numero dei iscritti nelle dannate liste che promettono un lavoro per sempre: da 237mila si passa ai 150 mila di oggi: i cosiddetti "precari storici". Quasi 87mila unità in meno per via delle assunzioni concesse nei sette anni intercorsi tra il 2007 e il 2014. Periodo in cui non è cambiato molto: soltanto l'età media degli aspiranti maestri e prof, che è salita a 40 anni.
Per una più esaustiva descizione della storia del precariato e delle graduatorie consigliamo l'articolo Origini del precariato: ”Storia delle Graduatorie di Merito e ad Esaurimento"