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conte e azzolinaLa ministra Azzolina dal suo profilo Facebook fa sapere che domani 4 giugno alle 17,30 ci sarà un tavolo allargato, per definire l’avvio dell'anno scolastico 2020-2021.” Ringrazio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che presiederà l’incontro a cui parteciperanno Enti locali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Protezione Civile, Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, Sindacati, Forum nazionali delle associazioni studentesche, dei genitori, delle scuole paritarie, della Federazione italiana per il superamento dell'handicap” così scrive la ministra e prosegue il suo intervento ribadendo  quanto sia importante per lei che siano coinvolti tutti i diretti interessati in modo da creare delle giuste direttive affinché ci sia un rientro a scuola in piena sicurezza.

Si profila sempre più,  la volontà e la determinazione di un rientro a scuola a settembre, le cui linee sono attese da insegnanti, docenti e famiglie che insieme auspicano che si possa riprendere il normare fluire delle lezioni in presenza.

Sappiamo che il documento del Comitato Tecnico Scientifico   approvato lo scorso 26 maggio  dal Comitato tecnico scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione civile  e diffuso nei giorni scorsi,  abbia stabilito tutte le misure contenitive per poter rientrare in classe in piena sicurezza, adottando quelle che sono le basilari regole da rispettare per evitare che possano esserci contagi e trasmissioni del virus perché sussiste la consapevolezza che l’emergenza epidemiologica  sebbene si sia affievolita resti comunque una presenza e un rischio da non eludere.

 

Critiche le posizioni dell’ANP (Associazione nazionale dei dirigenti pubblici e della professionalità della scuola) che a seguito della diffusione del CTS ha denunciato l’impossibilità, per i Dirigenti Scolastici, di gestire in sicurezza la riapertura delle scuole senza che siano prima attuati degli adeguati (e permanenti) interventi di sistema, facendo alcuni riferimenti espliciti che riportiamo qui:

  1. Il dirigente dovrebbe garantire il distanziamento fisico interpersonale di almeno un metro all’interno di ogni spazio destinato alle attività didattiche, anche nelle aree di passaggio e di interazione (zona cattedra/lavagna) all’interno dell’aula. Per la scuola dell’infanzia tale distanza dovrebbe essere ancora superiore, ma non ne viene fissato il valore.

Per applicare questa misura occorre ridurre il numero di alunni per classe. Ipotizzando di dimezzarlo, si prospettano due soluzioni:

È opportuno precisare che andrebbe raddoppiato sia il numero dei docenti sia quello dei collaboratori scolastici necessari per la vigilanza sulle aree comuni, dove è più probabile l’assembramento. Non è chiaro, peraltro, quale sia il numero di alunni oltre il quale si crea un “assembramento”.

2.Il dirigente dovrebbe garantire l’igiene ambientale. Per applicare seriamente tale misura occorre rivedere le tabelle che determinano l’organico del personale ATA con particolare riferimento, ancora una volta, ai collaboratori scolastici. Ad oggi, tali tabelle utilizzano come parametro il numero di alunni ma si dovrebbe, invece, parametrarle alla effettiva dimensione delle superfici da pulire. È del tutto evidente, infatti, che il lavoro necessario per igienizzare 100 metri quadri non dipende dal numero di persone che li calpestano ma dal fatto che si tratta di 100 metri quadri!

Se la finalità è quella di garantire il più possibile la didattica in presenza, la misura del distanziamento implica, in definitiva, la moltiplicazione degli organici (di competenza del Ministero) oppure la moltiplicazione degli organici e quella degli spazi (di competenza degli enti locali).

“In più, se non si rimoduleranno i quadri orari, la sopravvivenza della DAD sarà comunque inevitabile, con le connesse difficoltà soprattutto per gli alunni più piccoli. A quadro normativo invariato e a risorse esistenti, infatti, i più danneggiati risulteranno proprio loro: si pensi ai bambini dell’infanzia per i quali si richiede un indice di affollamento inferiore rispetto agli altri ordini di scuola e che, di contro, possono avvantaggiarsi meno di altri dell’organico di potenziamento e della conseguente possibilità di sdoppiare le sezioni. Finirebbero, paradossalmente, per divenire i maggiori fruitori della DAD”.

Appare evidente che quanto espresso dall’ANP rilevi che il Ministero dell’Istruzione debba prendere in considerazione le diverse molteplicità e problematiche che nascono dalla messa in atto delle direttive enunciate dalle misure contenitive, senza tralasciare che le Istituzioni scolastiche presenti sul territorio nazionale, abbiano realtà diverse e ogni intervento andrà contestualizzato all’interno delle proprie esigenze nonché della propria platea scolastica.

Numerose le ipotesi suggerite dal web per il rientro degli alunni a settembre, si passa dallo sdoppiamento delle classi a gruppi, ai cosiddetti doppi turni, alternati sempre dalla DAD, ma in quanto ipotesi si dovrà aspettare l’esito dell’incontro di domani per verificare il piano delle attività didattiche che verrà proposto.

Non facile quindi, il rientro a settembre, che oltre alle difficoltà logistiche e pratiche, debba tener conto anche dei ritardi dei concorsi straordinari e ordinari, con il rischio che quindi a settembre ci sia una cospicua assenza di docenti in cattedra, infatti serviranno circa 200mila supplenti, e a seconda di come sarà predisposto il rientro in classe e l’eventuale rimodulazione dei quadri orari, nella scuola rischia di aprirsi una falla ben profonda.

I Sindacati da parte loro continuano ad essere critici, hanno infatti indetto uno sciopero unitario per l’8 giugno, la FLC CGIL in merito all’incontro di domani fa sapere: “È cosa senz’altro positiva. Ci attendiamo, vista la presenza del Presidente del Consiglio, soluzioni concrete a questioni concrete e indifferibili in vista della ripartenza di settembre 2020.

Ci aspettiamo che si metta nero su bianco un impegno concreto per un piano di investimenti straordinario in grado di far ripartire in sicurezza tutte le scuole di ogni ordine e grado attraverso: il potenziamento degli organici docenti e ATA, l’ampliamento degli spazi per la didattica, la stabilità del personale, la formazione e la valorizzazione delle professionalità".