scuola chiusa maggio

A causa del diffondersi del Coronavirus in questo periodo abbiamo assistito ad un evento mai visto prima ovvero la chiusura delle scuole.  Prima Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna con i loro 3,3 milioni di studenti. Poi tutta l’Italia che conta quasi 8 milioni di bambini e ragazzi nelle scuole dai 6 anni, oltre un milione di universitari. Ma nonostante il DCPM parla di “chiusura scuole fino al 3 aprile” aleggia nell’aria un dubbio: sarà possibile davvero riaprire in quella data? 

Franco Locatellipresidente del Consiglio superiore di Sanità, ha affermato in queste ore che la scelta di chiudere le scuole e le università, al centro di molte polemiche, si è rivelata una scelta sensata, sta funzionando ed ha evitato, insieme ad altre misure, di rendere ancora più critica l’emergenza. 

«Nei giorni immediatamente precedenti la scadenza del 3 aprile valuteremo la situazione. Siamo pronti a prorogare la sospensione didattica, se necessario». 

«L’ipotesi di prolungare potrebbe porsi anche perché i dati delle ex zone rosse di Lodi e Codogno dicono che la riduzione di casi è stata netta. Quindi essere stringenti ci permette di contenere l’ondata e risparmiare vite e risorse». 

Ha poi aggiunto che anche se «i bambini sono fortunatamente protetti dal rischio di sviluppare quadri gravi. Nessun paziente sotto i 30 anni è stato vittima di eventi fatali»; gli stessi  «possono essere fonte di contagio per la famiglia e i nonni. È stato questo il razionale della chiusura delle aule». 

 

Nella giornata di domenica con un post su Facebook la ministra Azzolina aveva annunciato: «in questi giorni ho lavorato senza sosta al Ministero dell’Istruzione. Come Governo stiamo definendo il nuovo decreto Coronavirus. Un provvedimento davvero molto atteso e che darà risposte importanti, anche sulla scuola. Non appena le misure saranno approvate spiegherò tutto nel dettaglio, ho intenzione anche di collegarmi in diretta per condividere con voi tutte le novità contenute nel decreto che riguardano la comunità scolastica e che ci aiuteranno ad affrontare questa crisi».

Ieri, come specificato in un precedente articolo sul nostro sito Decreto Cura Italia: per la scuola lavoro a distanza, fondi per la DAD, fondi pulizie, salvaguardia contratti

è stato dato il via libera al nuovo decreto legge sull’emergenza coronavirus “Cura Italia” ma in esso non è contenuta nessuna indicazione come ribadito dalla Ministra Azzolina sul possibile prolungamento della chiusura delle scuole. Scelta senza dubbio difficile, perciò procrastinata più possibile, in realtà si è soffermata in particolare sulla didattica a distanza:  è una responsabilità dei dirigenti garantirla, è dovere dei docenti portare avanti il lavoro!

Da più parti però si afferma che la decisione di riaprire le scuole il 6 aprile appare quanto meno incauta: dopo appena tre giorni, infatti, è prevista in tutte le scuole la pausa per le vacanze pasquali: quindi, molti sindacati tornano a chiedere di chiudere le scuole almeno fino al giorno 14 aprile, per tornare in classe non prima del 15 aprile prossimo.  Lo stesso  presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico,  ha dichiarato «il Governo decida di protrarre la chiusura di ulteriori dieci giorni e faccia ripartire tutto, sempre se il Coronavirus avrà arretrato, il prossimo 15 aprile”.

Gli stessi virologici parlano di possibile fine dell’emergenza non prima di otto-nove settimane. Si potrebbe quindi slittare l’apertura delle scuole dal 10 maggioin poi. Ma per stabilirlo occorre attendere il 3 aprile in modo tale da poter, con dati alla mano, comprendere e valutare se l’epidemia ha subito un arresto significativo. 

Nel frattempo arrivano i ringraziamenti della Ministra a tutti dai docenti ai genitori: La risposta della scuola, fin dalle prime ore di questa emergenza, è stata importante. Voglio ringraziare tutto il personale, i dirigenti, i direttori dei servizi generali e amministrativi, gli Ata, gli insegnanti, gli Uffici scolastici regionali, gli Ambiti territoriali per gli sforzi fatti in queste settimane. Ringrazio anche le famiglie, che stanno dando man forte”.

Non ci resta che attendere l’evolversi della situazione di emergenza.

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