maturità 2017Continua il dibattito sull'uso dei formulari alla maturità aperto dalla interpellanza fatta dal M5S, primo firmatario il deputato Gallo, che mirava a consentire agli studenti del liceo scientifico di avere un formulario di matematica durante l'esame di stato, così come consentito ai ragazzi degli altri indirizzi (il vocabolario di greco o latino ad esempio nel liceo classico). Nei mesi scorsi era partita una petizione online indirizzata al ministro dell'Istruzione, per introdurre un formulario di matematica alla maturità: un semplice libricino contenente le formule e i teoremi principali in modo tale che il candidato potesse concentrarsi sulla risoluzione di un problema, non di memorizzare decine e decine di formule. La petizione era stata fatta propria dal M5S che con una interpellanza al Ministro dell'istruzione, aveva chiesto di consentire l'uso dei formulari, richiesta respinta dal Miur per il tramite del sottosegretario all'istruzione Vito De Filippo. 

La questione posta dai 5 Stelle ha però stuzzicato l'ironia di Massimo Gramellini, che sul Corriere della Sera, nella sua rubrica "Il Caffé", parla della proposta del M5S definita “Voto di cittadinanza” e scrivendo:

 “I Cinquestelle hanno chiesto che, durante la prova scritta di matematica, ai maturandi dello Scientifico sia consentito di consultare un manuale di formule senza essere costretti - cito la petizione di uno studente - ‘a sottostare alla forza bruta della memoria’, cioè a studiarle. Il governo ha replicato che la conoscenza mnemonica fa parte del programma, prendendosi in via del tutto eccezionale il mio applauso biecamente conservatore. Immagino però che perderà in blocco il voto dei diciottenni, perché nel Paese dei balocchi e degli ‘aiutini’ chi promette scorciatoie risulta ovviamente più simpatico dei cultori della fatica”, scrive Gramellini. E continua ancora: "Quel briciolo di memoria che mi rimane basta a ricordarmi che la guerra al nozionismo e la sfiducia nelle autorità («Uno vale uno») non le ha inventate Grillo, ma il Sessantotto, che tra i suoi numerosi meriti ebbe però il demerito gigantesco di umiliare il talento e lo sforzo in nome di una falsissima idea di uguaglianza. Se la memoria non mi inganna, il prossimo passaggio sarà il 6 politico. Potrebbero chiamarlo voto di cittadinanza.
A Gramellini hanno replicato, tra gli altri, Paolo Mottana docente di pedagogia e professore ordinario di filosofia dell'educazione all'Università di Milano Bicocca sul suo blog e lo stesso deputato Gallo che ha scritto una lettera in risposta che riceviamo e pubblichiamo:

SISTEMI DI RICERCA E SISTEMI VIRTUOSI SUI TEMI DELL'APPRENDIMENTO

Gentile Massimo Gramellini, 
sono il portavoce del M5s autore dell’interrogazione al Miur sull’uso dei formulari scientifici per lo svolgimento della seconda prova dell’esame di maturità nei Licei Scientifici. Su questo caso, lei si è soffermato nella sua rubrica del Corriere della Sera e sono d'accordo con lei: relegare l'intelligenza alla conoscenza mnemonica è un processo biecamente conservatore. Le università di diversi Paesi hanno applicato all'educazione modelli molto interessanti, che negli anni hanno portato a risultati di rilievo e dai quali potremmo e dovremmo trarre insegnamento. Parlo ad esempio degli atenei pubblici, delle scuole medie e superiori che ho recentemente visitato in Finlandia e in Francia. La Finlandia, secondo l’Ocse tra i primi Paesi al mondo per la qualità dell'istruzione, ha soppresso i "compiti a casa" eppure non ho mai sentito esperti del settore gridare allo scandalo. La Finlandia sta superando il concetto di una scuola realizzata solo all'interno delle aule e sta superando anche la divisione compartimentata tra le diverse discipline. Si tratta di politiche scolastiche ancorate a studi e ricerche scientifiche che in quel Paese affidano ad un'agenzia educativa che guida i processi delle riforme coinvolgendo 200 scuole.

Anche in Italia abbiamo 600 scuole dell'avanguardia educativa monitorate dall'Agenzia di ricerca Indire ma qui i governanti hanno deciso di non fare né di questo nucleo, né dell'agenzia, un perno del nostro sistema educativo. In un ente di ricerca come l'Indire si fa tesoro i esperienze virtuose come bookinprogress che non demonizzano computer, smartphone o tablet ma li promuovono come strumenti per l'apprendimento, per la costruzione di saperi e di libri di testo autoprodotti dai docenti insieme agli studenti. Un’esperienza pedagogica e didattica virtuosa che soddisfa anche gli amanti dei Test Invalsi visti i risultati positivi delle scuole che aderiscono a questa rete. Un'esperienza che sarebbe già diffusa in tutta Italia se solo si applicassero le leggi volute dal Parlamento che nel 2013 nel decreto 140 ha assorbito una proposta del M5S per creare una biblioteca virtuale nazionale con libri digitali prodotti dalle scuole sotto la guida di docenti esperti e che è bloccata dallo studio di una commissione ministeriale che ha coinvolto le case editrici.

Vede, pensare che il nostro progetto di innovazione del sistema scolastico serva (come lei scrive) a racimolare il voto dei 18enni è svilente. Forse lo ha fatto Renzi, regalando loro un bonus da 500 euro. E’ o non è questo un intervento spot? Copiare una formula matematica da un libretto non significa sopire la propria memoria, sa bene che copiare una formula non significa che poi la si sappia automaticamente applicare.

Il pedagogo e professore di Filosofia dell'educazione dell'università di Milano Bicocca Paolo Mottana scrive: “Quando si apprende puramente a memoria e solamente per compiacere una richiesta non condivisa” ci si trova di fronte, secondo una dicitura coniata da chi di apprendimento si intende (si vedano gli studi di Meltzer, Harris, Bion degli anni ‘70 e ‘80), a una “per sottomissione ad un persecutore”.

In Italia abbiamo una storia e una esperienza pedagogica straordinaria che ci invidia tutto il mondo, a partire dal modello Montessori. Ma mentre all'estero le pratiche educative coniate dall’Italia si diffondono, nel nostro sistema scolastico restano marginali a causa di governi che ci hanno condotto in fondo alle classifiche internazionali con l'Italia all'ultimo posto in Ue per percentuale di spesa pubblica destinata all'istruzione e al penultimo posto (fa peggio solo la Grecia) per quella destinata alla cultura secondo i dati Eurostat del 2016. Eurostat che oggi conferma come l’Italia sia in fondo alla classifica europea per percentuale di laureati rispetto alla popolazione, preceduta solo dalla Romania.

Ecco, tutti questi elementi, ai quali ne potrei aggiungere molti altri, possono contribuire ad approfondire un tema che ha bisogno di competenze, confronto e approfondimento. Quello che sulla sua rubrica certamente gli spazi limitati non consentono di realizzare.

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