“Potrebbe interessarti: http://www.bolognatoday.it/cronaca/17-marzo-sciopero-scuola-corteo.htmln decine di città, con diversi  slogan tra cui ‘Se sei precario o sei di ruolo, questa scuola ti lascia solo’; ‘Docenti terza fascia abilitati subito’; ‘Vergogna, solo una cosa da fare: Legge 107 da cancellare’.

Si è da poco conclusa  la mobilitazione indetta da Anief, Cobas, Unicobas,  FederAta ed USB, CUB SCUOLA, OR.S.A., USB PI-Scuola: in decine di città, con diversi  slogan tra cui: ‘Se sei precario o sei di ruolo, questa scuola ti lascia solo’.

Docenti, Ata, genitori, studenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici, hanno manifestato il loro disappunto contro gli otto decreti legislativi della riforma Renzi-Giannini che in queste ore stanno tornando, dopo l’esame delle commissioni parlamentari e diverse proposte di modifica, nelle mani del Governo.

La manifestazione più “corposa”si è avuta davanti al ministero dell’Istruzione,in viale Trastevere da dove è partito un corteo di protesta direzione Montecitorio, ma che poi è stato costretto a fermarsi al Pantheon come spiega USB in un comunicato. Contro una buona scuola renziana per il ritiro delle leggi delega oggi una scuola più giusta è scesa in piazza e ha detto basta – ha commentato Luigi Del Prete dell'esecutivo nazionale scuola dell'Unione Sindacale di Base - Continueremo a rivendicare il diritto di assemblea per i lavoratori, a contrastare i presidi sceriffi e a rivendicare per tutti stato sociale, scuola e diritti.

Come spiega Marcello Pacifico presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ancora una volta il mondo dell’istruzione pubblica si è dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale. Le contestazioni odierne sono state rivolte in primis ai componenti del Governo che continuano a difendere la riforma, come se, per l’ennesima volta negli ultimi due anni, un alto numero di lavoratori non avesse protestato a gran voce contro la riforma più osteggiata della storia della Scuola pubblica italiana. A questo punto, anche il nuovo Governo deve prendere atto che non ci può essere continuità con quanto deciso dalla Legge 107 con i decreti delegati.

Ancora una volta, il popolo della Scuola ha risposto: oggi, nel giorno dello sciopero proclamato da Anief, insieme ai sindacati autonomi e di base, tanti docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici hanno aderito alla protesta e sfilato in decine di città italiane per dire no agli otto decreti legislativi della Legge 107/2015 che proprio in queste ore stanno tornando, dopo l’esame delle commissioni parlamentari e diverse proposte di modifica, nelle mani del Governo che a breve dovrebbe produrne la versione definitiva. Un appello è quindi stato fatto verso i nostri governanti, perché rivedano le posizioni prese a gennaio con i decreti, sia sul fronte delle assunzioni e del precariato che su quello della disabilità, della valutazione, del diritto allo studio, dell’alternanza scuola-lavoro. E su tutti quei punti gli stessi sindacati e le parti sociali sono stati auditi presso Camera e Senato, spiegando i motivi per cui sono necessari forti cambiamenti all’impianto originario delle deleghe. Assieme al ritiro dei decreti della Buona Scuola, i manifestanti hanno chiesto anche quell’adeguamento salariale che non arriva dal 2009, maggiori investimenti per la scuola pubblica e l’assunzione con modalità certe, come ribadito nelle ultime ore dall’Anief, per tutti quei precari che da anni operano negli istituti scolastici e per i quali solo in questi giorni i parlamentari hanno iniziato a raccogliere le istanze.Ancora una volta  il mondo dell’istruzione pubblica si è espressamente dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale. Le contestazioni di oggi sono state rivolte in primis ai componenti del Governo che continuano a difendere la Legge 107/2015, come se non fosse accaduto nulla e, per l’ennesima volta negli ultimi due anni, un alto numero di lavoratori non avesse protestato a gran voce contro la riforma più osteggiata della storia della Scuola pubblica italiana. A questo punto, anche il nuovo Governo Gentiloni prenda atto che non ci può essere continuità con quanto deciso dalla Legge 107, almeno con questi decreti delegati che in gran parte, invece, ne seguono le tracce. Portando a compimento il disegno disastroso dell’Esecutivo Renzi-Giannini, ha concluso il sindacalista Anief-Cisal, riscuotendo un grandissimo coro di consenso durante il suo intervento tenuto davanti al Ministero dell’Istruzione.

Come racconta Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS, sia al MIUR sia al Pantheon ci sono stati numerosi interventi delle organizzazioni promotrici dello sciopero (oltre ai Cobas, Unicobas, Anief, Usb e FederAta) e di vari Comitati, Reti e strutture in difesa della scuola pubblica. In tutta Italia la protesta ha riguardato l’insieme dei decreti attuativi, da quello per il futuro reclutamento dei docenti che delinea un infinito percorso di quasi un decennio prima di entrare nella scuola, a quello sul sostegno, che eleva gli attuali limiti di studenti (20 per classe) in presenza di studenti “disabili”, mira a ridurre il numero degli insegnanti di sostegno, per delegare progressivamente tale attività all’intero personale docente; da quello che aggrava la centralità dell’”alternanza scuola-lavoro” - forma sfacciata di apprendistato gratuito e inutile- resa addirittura materia di esame alla Maturità, all’ulteriore rilievo dato agli assurdi quiz Invalsi, obbligatori per essere ammessi alla Maturità e all’esame di Terza media. Docenti ed ATA hanno chiesto anche la cancellazione del famigerato “bonus” per i docenti “meritevoli”, della chiamata/assunzione diretta dei docenti da parte dei presidi e del loro strapotere sull’organico triennale e sulla truffa di un “organico di potenziamento” che ingigantisce la conflittualità tra docenti; e in generale hanno denunciato l’ulteriore dequalificazione del lavoro degli insegnanti, sempre più “manovali culturali” tuttofare, a compimento di un ventennio di immiserimento di una scuola degradata ad azienducola cialtrona, arruffona e clientelare. Infine, oltre al ritiro delle deleghe, come Cobas abbiamo ribadito nelle 10 manifestazioni le nostre  richieste:1) la mobilità sia gestita con titolarità su scuola, eliminando la chiamata diretta e gli incarichi triennali decisi dal preside; 2) i fondi del sedicente “merito” , della Carta del docente e del Fondo di istituto siano destinati alla contrattazione nazionale per un aumento che, insieme a rilevanti fondi da stanziare,  garantisca a docenti e ATA il recupero almeno di quel 20% di salario perso in 8 anni di blocco contrattuale; 3) siano assunti i precari – docenti ed ATA - con almeno 36 mesi di servizio su tutti i posti disponibili in organico di diritto e di fatto; 4) venga ampliato l’organico ATA, re-internalizzati i servizi di pulizia, eliminato il divieto di nominare supplenti per gli Amministrativi e Tecnici anche per periodi prolungati, e nominati i supplenti per i Collaboratori scolastici anche per i primi 7 giorni; 5) sia ridata alle scuole superiori la libertà di istituire o meno l’”alternanza scuola-lavoro” e di determinarne il numero di ore; 6) vengano eliminati i quiz Invalsi come strumento per valutare scuole, docenti e studenti; 7) sia restituito ai lavoratori/trici il diritto di partecipare ad assemblee indette da qualsiasi sindacato e applicato un sistema elettorale proporzionale per l’accesso ai diritti sindacali, con un voto a livello di scuola e uno nazionale per determinare la rappresentatività dei sindacati ai due livelli.

Da FederAta, fanno sapere tramite comunicato ufficiale, che a Roma il Presidente Giuseppe Mancuso nel suo seguitissimo intervento al Pantheon ha fatto presente che se oggi ci sono state scuole chiuse si devono ringraziare gli amministrativi tecnici e ausiliari che hanno scioperato; l’unità delle piazze italiane rappresenta l’inizio di un futuro migliore di docenti ed ATA della scuola contro la politica delle OO.SS. firmatarie di contratto che da 50 anni hanno la rappresentatività con il risultato che gli ATA stanno morendo. Poi ha ampiamente illustrato le molteplici problematiche degli ATA dalla decurtazione dei posti in quanto si stanno creando le reti territoriali che serviranno a ridurre ulteriormente l’organico degli assistenti amministrativi, si sta ricorrendo sempre più all’esternalizzazione dei servizi ausiliari con le cooperative dei servizi che costano molto di più e non offrono un buon servizio alla scuola, il personale ATA non deve essere “lo zerbino di turno” e tutti debbono rendersi conto che i servizi scolastici non funzionano senza gli ATA. Un vero sindacato deve difendere tutto il personale, evitando di “accordarsi con la politica”. Il vicepresidente Luigi C. Calabrò ha parlato davanti al Miur evidenziando tra le altre cose l’inutilità dei tavoli tecnici per riaprire le graduatorie di terza fascia senza aver prima eliminato il ben noto e triste divieto di nominare supplenti, sempre per gli assistenti tecnici, praticamente sempre per gli assistenti amministrativi e nei primi sette giorni di assenza per i collaboratori scolastici. Grande la soddisfazione per la riuscita dello sciopero- che sta a significare l’inizio di una vera presa di coscienza dei gravi problemi della nostra categoria - grazie ai colleghi scesi nelle piazze italiane a protestare.

 "Non abbiamo più pazienza... oggi insegniamo disobbedienza"  è il segnale che ha mandato la mobilitazione di docenti, ATA e studenti uniti contro le politiche di tagli allo stato sociale imposti dalla Bce e dall'Unione Europea - commentano dall'Unione Sindacale di Base. Questa non è la scuola del futuro! Contro la chiamata diretta, l'alternanza scuola lavoro, il bonus di merito, l'Invalsi, la mobilità farsa, le altre parole d’ordine. Da domani in ogni scuola proseguirà l'attività di informazione che nei giorni precedenti è stata negata dalle organizzazioni sindacali gialle che, come la Cgil, hanno provato a boicottare in tutto il paese questo sciopero di massa, con il quale invece oggi è stato dato un segnale chiaro e forte a un governo che aumenta gli investimenti militari e sceglie di non contrastare l'evasione fiscale ma di aggredire i diritti dei nostri studenti, delle future generazioni e dei futuri elettori cercando di piegarli a logiche aziendalistiche di mercato che li vuole massa acritica acefala.

Nelle altre città:

Palermo: centinaia di studenti, genitori e docenti sono partiti da piazza Verdi per raggiungere in corteo Palazzo d'Orleans. In testa al corteo lo striscione: "Tutta la scuola contro la legge 107 e i suoi decreti attuativi”. Alla manifestazione erano presenti anche gli assessori Giusto Catania e Barbara Evola, oltre al candidato sindaco Nadia Spallitta. "Deve essere immediatamente ripristinato il servizio pubblico essenziale per i disabili garantendo loro il diritto allo studio - dice l'attuale vicepresidente del Consiglio comunale. L'Amministrazione deve mettere in campo e utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, non ultima la possibilità di assegnare dei voucher consistenti alle famiglie affinchè si avvalgano, eventualmente, di servizi di soccorso privato oppure adottando ordinanze urgenti necessarie per non interrompere un servizio che è un diritto di questi ragazzi".

Torino:  presidio in corso Vittorio Emanuele II 70, davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale: un centinaio di insegnanti e Ata con bandiere e striscioni hanno bloccato il traffico e una delegazione è poi stata ricevuta dal direttore regionale Fabrizio Manca.

Cagliari: i docenti si sono ritrovati in piazza Giovanni XXIII per un corteo che, attraversando le strade cittadine, si è concluso davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale in piazza Galilei.

Napoli: la protesta si è concentrata in piazza del Gesù. I manifestanti hanno affisso sulla base dell'obelisco uno striscione chiedendo che venga "eliminata l'alternanza scuola-lavoro perché si traduce in uno sfruttamento degli studenti".

Bologna: la protesta è partita alle 9:30 da Piazza Santo Stefano; alle 7.30, da piazza XX settembre è partita, invece, una "biciclettata" di sensibilizzazione che è passata per il centro.I manifestanti hanno sfilato anche davanti l'USR di via de’ Castagnoli per chiedere un incontro con il Direttore. 

L’UsbFerrara ha inviato una delegazione alla manifestazione romana, ed un'altra a Bologna.

Intanto giunge un comunicato ufficiale ( dal profilo Fb) di Francesca Puglisi, capogruppo Pd in commissione Cultura: dopo le audizioni dei rappresentanti del mondo della scuola nelle commissioni istruzione di Camera e Senato, abbiamo espresso i pareri che saranno utili al Governo a fare le modifiche necessarie per migliorare i decreti legislativi della legge 107. Nessun ritiro dunque delle deleghe, ma correttivi che serviranno a migliorare ancora una volta la qualità della scuola, con un investimento di un ulteriore miliardo di euro di cui 670milioni di euro per la delega zerosei, che finalmente fa transitare dal welfare al sistema educativo e scolastico gli asili nido, assicurando ai Comuni le risorse necessarie alla loro gestione. E' vero il contrario rispetto a quanto comunicato dai Cobas sull'Invalsi. Prima il test era parte dell'esame di terza media, ora è semplicemente necessario farlo nella prima parte dell'anno, non superarlo, per permettere alle scuole di avere uno strumento di raffronto con cui verificare l'efficacia della didattica. 
Con il nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento finalmente chi aspira a fare l'insegnante in tre anni entrerà direttamente in ruolo e la fase transitoria permetterà agli insegnanti di seconda e terza fascia con 36 mesi di servizio di essere stabilizzati. Per la delega sull'inclusione scolastica abbiamo accolto i correttivi suggeriti da insegnanti di sostegno e famiglie di ragazzi con disabilità. Per questo ringrazio tutti coloro che in queste settimane hanno dedicato anche a Bologna tempo ed energie per dare un contributo di idee al miglioramento dei testi dei decreti legislativi.

 

La ministra Fedeli in merito allo sciopero ha commentato:lavoriamo a una soluzione anche per i precari.A loro voglio dire che stiamo lavorando per la qualificazione della Scuola. E riferendosi in particolare alle istanze dei precari la ministra ha aggiunto: “Dovrebbero sapere, visti anche i pareri che stanno dando le commissioni sul decreto per il reclutamento in particolare sulla fase transitoria, che stiamo puntando a reclutare e immettere nella Scuola le persone che sono precarie e hanno superato i concorsi. Stiamo affrontando dunque  anche quel tema.

 

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