Si è svolta ieri 14 febbraio, l'audizione delle organizzazioni sindacali da parte della VII Commissione della Camera dei Deputati, impegnata nell'esame dei decreti attuativi delle deleghe previste dalla legge 107/2015.

Iniziamo col pubblicare i primi interventi resi noti dalle stesse OO.SS.

VIDEO AUDIZIONI

Flc Cgil scuola:

Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil: Il nostro auspicio è che ci sia un ripensamento sulla scelta di portare avanti troppi argomenti insieme, e che si definiscano precise priorità e precisi obiettivi, realizzabili e finanziabili. Non esiste una trama comune nella costruzione delle varie deleghe di questa legge: su ogni delega c’è stato un gruppo di persone che ha lavorato senza una regia, e ora ne paghiamo le conseguenze. Sul sostegno, bisogna decidere se rafforzarlo oppure se effettuare una razionalizzazione della spesa: fare le due cose insieme è impossibile, si tratta di scegliere. Se il problema è che 5 miliardi di spesa sono troppi, bisogna dire chiaramente che c’è l’intenzione di tagliare. A quel punto, però, noi chiederemo il ritiro della delega. Siamo nelle condizioni – domanda – di fare un investimento sul sostegno? Vogliamo ripensare il modo in cui avviene? Certo non si può dire che la soluzione sia fare la formazione per tutti gli insegnanti e nel frattempo ‘esternalizzare’ il servizio, costruire un supporto specialistico esterno, sapendo che poi il risultato finale sarà una sostanziale riduzione degli insegnanti di sostegno. Non si può ripensare il sistema senza investimenti. Cerchiamo di individuare delle priorità, partiamo dagli obiettivi, poiché su alcuni argomenti la delega non è neanche lo strumento legislativo giusto. Se un percorso deve partire nel 2020, perché adesso non ci sono le risorse, la delega non serve (ad esempio, la delega sulla formazione professionale, a nostro avviso, va ritirata); se invece, come nel caso del percorso integrato 0-6, ci sono investimenti e c’è un progetto, seppur migliorabile, allora la delega va bene.Non si può ricostruire il sistema dell’istruzione in due mesi, non è serio: chiediamo alla Commissione di sostenere la richiesta di una ‘moratoria’, riaprire una discussione, partire dagli obiettivi e definire una road map credibile”.

Cisl scuola

Maddalena Gissi, segretaria generale cisl scuola,  ha illustrato i contenuti di una corposa "memoria", consegnata ai componenti della Commissione, che riprende nella sostanza quella già rappresentata al Senato ma formulata in modo da rendere graficamente più evidente la corrispondenza delle osservazioni rispetto ai diversi punti dell'articolato.
In questo modo risulterebbe peraltro più agevole la formulazione di eventuali interventi emendativi del testo in esame.
Ribadito anche in questa occasione l'auspicio che l'esercizio delle deleghe consenta di attenuare quanto più possibile le tante criticità emerse nell'attuazione della legge 107
(si veda allegato)

 

UIL scuola

E’ stato il segretario generale, Pino Turi, ad illustrare la posizione della Uil Scuola, tramite l'esposizione della memoria depositata e poi nel confronto basato su domande e risposte con i componenti della Commissione. E’ l’impianto della legge ad essere sbagliato. Le deleghe seguono quello schema e vanno modificate- dichiara Turi. E’ l’impianto di base della legge 107 che si rispecchia in quelle deleghe, la UIL Scuola ne ha contrastato e continuerà a contrastarne le scelte con due strumenti: la contrattazione e il confronto, con la partecipazione al dibattito e alla stesura dei testi delle deleghe.

Questo l’assunto di partenza dal quale si è sviluppata l’audizione di questa mattina in VII Commissione Cultura alla Camera. Tra i temi posti all’attenzione della Commissione, quelli che hanno una ricaduta diretta sul personale, perché occorre apportare modifiche sostanziali al sistema delle deleghe, emanazione di una legge sbagliata e dunque sbagliate anch’esse,  il reclutamento e formazione iniziale, il sistema di istruzione e educazione 0-6, il sostegno

Sarebbe opportuno espungere dai testi delle deleghe le materie che sono di contrattazione e che, invece, sono presenti nelle deleghe stesse. Volete lasciare il docente di sostegno per 10 anni nello stesso posto, in nome della  continuità didattica viene da chiedersi, quale alunno resta tanto in un ciclo scolastico».

La continuità didattica così come è nel decreto (10 anni di permanenza sul sostegno)  è una sorta di condanna , visto che il divieto di trasferimento non si trasforma in continuità didattica per gli alunni, ma solo in “continuità ambientale”, mentre sarebbe utile che ne godesse  «l’alunno», non « il docente». Siamo in presenza di una legge che si è inventata gli ambiti, con l’effetto di  fare cambiare insegnante ogni tre anni, e poi si parla di continuità didattica. Servirebbe maggiore coerenza.

 

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