1706092 672 458 resizeContestata duramente il ministro Giannini durante un dibattito sulla riforma della #BuonaScuola alla festa dell'Unità in corso a Bologna. Nella giornata dello sciopero della scuola e dopo i flash mob di ieri sera, il ministro Giannini ha dovuto sospendere il suo intervento interrotto dalla protesta di una cinquantina di manifestanti appartenenti a comitati di docenti, studenti e genitori, intervenuti nel tendone in Montagnola al grido di «vergogna, vergogna».

L'episodio accaduto poco dopo le 18.30, quando cominciato il dibattito, gli organizzatori si sono resi conto che la platea dello spazio dibattiti della festa nazionale dell’unità di Bologna, dedicata al 70/o della Liberazione, era in larga parte composta da studenti e precari della scuola. Quando il ministro ha preso la parola sono cominciate le proteste con pentole e posate che hanno di fatto reso impossibili gli interventi del dibattito.


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Oltre al ministro Giannini ha lanciato appelli al dialogo anche la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi, ma ad ogni affermazione la protesta, alla quale nel frattempo si erano aggiunte altre persone, non faceva che aumentare di intensità, accompagnata anche da grida di contestazione all’indirizzo della Giannini. Questa situazione è andata avanti per circa 20 minuti fino a che il ministro Giannini ha lasciato la festa, visibilmente indispettita.

«Ho ascoltato, io ho una certa cultura del rispetto». Visibilmente amareggiata, il ministro Stefania Giannini lascia con queste parole la Festa dell’Unità. Dire che il Governo non si e’ confrontato col mondo della scuola sulla riforma «e’ un falso storico», ha tentato di rispondere il ministro sotto il tendone, nel pieno della protesta. «Noi col mondo della scuola abbiamo parlato, questo non e’ il mondo della scuola», afferma Giannini parlando coi cronisti. Ma anche le sue spiegazioni e le risposte alle proteste sono state travolte dal frastuono dei manifestanti.
Un frastuono che farebbe bene ad ascoltare il ministro Giannini e il governo Renzi visto il mese caldo che si prospetta con le proteste dei docenti e di tutto il mondo della scuola e che potrebbe portare a un calo vistoso del consenso in vista della prossima tornata elettorale se non si intercetterà le motivazioni della protesta.