Arrivano richieste di dimissioni del ministro da diverse parti dopo le dichiarazioni del Ministro Giannini a Catania che hanno aperto la strada chiaramente alla chiamata diretta dei docenti. Ma il ministro viene criticato anche per affermazioni che sembrano essere frutto di approssimazione e "ignoranza" su diverse posizioni espresse.
Una delle voci più critiche è stata Caterina Altamore delegata nazionale scuola del PD, in passato nota come insegnante precaria combattiva contro i tagli della Gelmini. 

Critica e analisi molto condivisibile ma che sembra voler mettere la testa sotto la sabbia proprio riguardo alla posizione del PD sulla chiamata diretta. Scrive infatti:

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"Non resta che una strada. OBBLIGATA!!! Le dimissioni SUBITO. Oggi il Ministro Giannini è intervenuto a Catania: un discorso carico di progetti e di dichiarazione di intenti.Il futuro della scuola, secondo il Ministro Giannini, passa attraverso questi punti, di seguito elencati, e commentati.

1. MINISTRO: «Trasformare organico funzionale in organico di diritto»

COMMENTO: È indubbiamente una interessante proposta. Ma come è compatibile questa proposta con una scuola che oggi è organizzata con “organico di diritto” e “organico di fatto”? Ci sarà personale sufficiente? Le supplenze saranno organizzate “internamente”? Diciamo che permane un dubbio … se l’organico oggi non è funzionale, come si trasforma una cosa che ancora non è in qualcosa di “altro”?

2. MINISTRO: «Far svolgere a rotazione a tutti gli insegnanti di ruolo anche mansioni che prima venivano svolte dai supplenti, aprendo a nuovi ingressi».

COMMENTO: Forse sfugge che una condizione di questo tipo già esiste: i supplenti, quando suppliscono, svolgono “funzioni da insegnante”. Gli insegnanti di ruolo, quando insegnano, svolgono “funzioni da insegnante”, ovvero quelle stesse funzioni che ricoprono i supplenti. Oppure il ministro intendeva qualcos’altro. Ma che cosa dovrebbero fare i supplenti di differente da quello che fanno i docenti di ruolo? La differenza, per quanto ne sappiamo, fra un docente di ruolo e uno non di ruolo è nella durata del rapporto di lavoro. Forse il ministro pensa di far diventare precari “per un certo periodo” i docenti di ruolo e viceversa?
Perché per quanto riguarda le mansioni, non vi è alcuna differenza.

3. MINISTRO: «Un giovane catanese o cosentino che ama la propria terra deve trovare le condizioni di poter restare a fare questo splendido mestiere a casa propria»:

COMMENTO: questa condizione si realizza nel momento in cui nella propria terra ci sono cattedre disponibili. O forse il ministro pensa di far trasferire gli alunni del nord a sud in modo da riempire le loro classi?

4. MINISTRO: «Voglio attivare un processo di valutazione delle scuole»:

COMMENTO: d’accordo! La scuola ha bisogno di valutazione: senza dubbio. L’importante è stabilire i criteri. Occorre definire con precisione “chi” e “che cosa” si intende valutare, “come” si valuta, “a chi è affidato il compito di valutare”, e quali sono gli obiettivi della valutazione.

5. MINISTRO: «Dare ai dirigenti scolastici dei fondi aggiuntivi in base alla qualità della singola scuola, con risvolti sullo stipendio degli insegnanti più meritevoli” …»

COMMENTO: Anche in questo caso, occorre prima definire che cosa si intende per “qualità”, stabilendo anche quali sono i compiti dei dirigenti scolastici per promuovere la qualità nella scuola. Dopo possiamo ragionare sui fondi che, in ogni caso, non dovrebbero essere dai ai dirigenti scolastici, bensì dovrebbero essere attribuiti all’istituzione scolastica, la quale, attraverso la sua autonomia amministrativa, stabilisce i criteri del riparto, secondo principi di trasparenza e di equità.

6. MINISTRO: «Con risvolti sullo stipendio degli insegnanti più meritevoli …»

COMMENTO: Che cosa vuol dire “insegnanti meritevoli”? Quali sono i parametri di riferimento? Quali sono gli elementi che determinano il merito? Il margine di errore, in questo caso, è elevato. Si rischia di attribuire riconoscimenti a chi forse non merita davvero. Inoltre, chi stabilisce quali sono i docenti meritevoli? Chi li valuta? Lo studente? Il dirigente scolastico? Una valutazione di questo tipo, in ogni caso, richiede una documentazione “provata”. Occorre mettere nero su bianco. Tuttavia il rischio della discrezionalità o del pressapochismo o dell’amicizia o della simpatia sono aspetti che potrebbero pesare in modo estremamente negativo. Su questo punto, occorre indubbiamente far marcia indietro.

7. MINISTRO: «Reclutamento diretto degli insegnanti”: "bisogna potersi scegliere la propria squadra».

COMMENTO: Dimentica il ministro Giannini che il Pd, ha sempre osteggiato questa ipotesi, che era stata proposta tempo fa da forza Italia e Lega. Cara Ministra, così facendo, la mafia, le raccomandazioni, i figli di... avrebbero accesso anche nelle scuole pubbliche statali. Gli insegnanti, è bene ribadirlo, tutto sono tranne una squadra. È bene che gli insegnanti vengano assunti per il loro percorso scolastico e, come abbiamo scritto nel programma del PD , la scuola di qualita' non deve avere personale precario.

Va infine detto che, in Europa, non è il dirigente che “sceglie gli insegnanti”, ma, come è ben più logico, è il collegio docenti che sceglie il suo dirigente scolastico fra gli insegnanti dell’istituto. Ecco una interessante modalità per rilanciare una scuola di qualità. Grazie"

Tutto molto condivisibile tranne che per il commento al punto 7 sulla chiamata diretta, in cui si afferma che il PD sia contro la chiamata diretta. Ma a smentire questa affermazione è proprio il programma di Matteo Renzi sulla scuola pubblicato durante le primarie che lo videro perdente rispetto a Bersani. Programma che è tutt'ora leggibile sulla sua pagina personale:
"Bisogna tornare ad investire, ma farlo con modalità nuove, che mettano al centro la qualità dell'educazione che diamo ai nostri figli. E' davvero un paradosso, quello di una scuola nella quale si danno voti a tutti, ma non alla qualità dell'insegnamento e delle strutture scolastiche. Gli istituti scolastici devono godere di un'ampia autonomia, anche riguardo alla selezione del personale didattico e amministrativo, con una piena responsabilizzazione dei rispettivi vertici e il corrispondente pieno recupero da parte loro delle prerogative programmatorie e dirigenziali necessarie. Questo obiettivo va preparato attraverso una fase transitoria nella quale si incominci a responsabilizzare gli istituti scolastici mediante una valutazione della performance gestita da una struttura indipendente centralizzata."

In sostanza secondo Renzi, segretario del PD e Presidente del Consiglio, i Dirigenti Scolastici (o un'apposita commissione) dovrebbero poter scegliere il personale mettendo da parte sia le graduatorie ad esaurimento che quelle di Istituto
A questo punto, ci permettiamo di suggerire alla Altamore, per coerenza, sarebbe stato meglio chiedere anche le dimissioni di Renzi.