Stampa
Categoria: Formazione, TFA e PAS
Visite: 3580

L'ispettore del Miur, Dott. Max Bruschi, sulla sua pagina facebook interviene sulla vicenda dei test contestati nelle prove preselettive del TFA II ciclo che si stanno tenendo in questi giorni con alle prese migliaia di aspiranti docenti.  
Diverse sono infatti le contestazioni, anche giunte in redazione, sui test somministrati, in cui sembrano siano state riscontrate sia domande inesatte nella formulazione (e quindi fuorivanti), sia domande con più risposte accettabili. Diverse anche le rimostranze di candidati che ritengono che alcuni test possano essere non esenti da vizi di forma, ambiguità, risposte "ad interpretazione", se non presentare  veri e propri errori.
Sembra quindi ripetersi la storia già vista nelle preselezioni del I ciclo TFA svolte nel
 2012, (quando i risultati furono pubblicati circa 10 giorni lo svolgimento della prova) e bisognerà verificare anche in questa occasione, su ciascuna classe di concorso, quanti distrattori ambigui o domande mal formulate potrebbero essere stati causa di cattivo rendimento nella performance. 

Nel 2012, l'allora Ministro Profumo, di fronte alle proteste, anche di autorevoli cattedratici, fu costretto a nominare una commissione incaricata di revisionare tutti i test (e in particolare la comprensione del testo - bestia nera del primo test) e per ciascuna classe di concorso fu deciso quali classi di concorso "dare per buone", ribaltando così completamente gli esiti della prova (ci furono classi di concorso con ben 25 risposte date per buone a tutti). 

In un lungo post, l'ispettore entra nel merito della questione dei test contestati alle prove sottoposte ai candidati, auspicando una soluzione rapida della vicenda che eviti le discussioni e polemiche dello scorso anno che, lo ricordiamo, ebbe una velenosa coda in tribunale che riscrisse più volte gli elenchi degli ammessi alle prove del TFA. 

 

L'Ispettore Bruschi chiede che si metta in atto una procedura omogenea da parte della Commissione che possa evitare il putiferio scatenatosi col I Ciclo TFA. In sostanza nel post si chiede che si riconoscano, nel più breve tempo possibile,  errori, se effettivamente presenti e si chiarisca sulle risposte dubbie quale che sia la scelta operata dalla Commissione. Nel suo post, il dott. Bruschi però guarda oltre, chiedendo che si superi finalmente l'incapacità congenita di preparare per tempo le procedure, invitando a fissare fin da subito procedure, scadenze e quant'altro occorra per il prossimo III ciclo TFA. Di seguito il post pubblicato sulla pagina dell'ispettore Max Bruschi:

"#tfa II ciclo. Nella procedura ho un ruolo particolare, da "esperto" non decisore, che cerca quanto e come può di risolvere problemi, eliminare magagne, far tesoro dell'esperienza e dare consigli. Ne offro un altro, l'ennesimo, non richiesto. Sostenni già dopo il putiferio scoppiato in occasione delle prove preselettive del I ciclo che, senza adottare una logica di sistema, i problemi si sarebbero riproposti. Ora, al momento, e per le classi sulle quali ho "qualcosa da dire", le prove appaiono meglio calibrate al fine di compiere una prima scrematura. In alcuni casi, gli item sono estremamente semplici, ma mi sembra si sia fatto un buon passo avanti nella distinzione tra item semplici, di media difficoltà e "difficili", la cui risoluzione "fa la differenza" in termini di punteggio. 

Detto questo, diversi item sono stati contestati. Non entro nel merito specifico (anche se, caso per caso, un'idea me la sono fatta e l'ho comunicata), ma mi aspetto che, in tempi rapidi e congrui, si metta in atto una procedura omogenea da parte della Commissione. Vanno riconosciuti gli errori veri e propri, là ove effettivamente sussistano; ai dubbi sollevati, tanto nel caso di conferma quanto nel caso di annullamento, ritengo debbano essere offerte compiute spiegazioni. Più in generale, sono mortificato e offeso da come ancora una volta casi di sciatteria nella produzione di item valgano a giustificare l'ignoranza delle questioni da parte dei candidati. Sussiste un "dovere morale" di impegno che, a volte, pare essere venuto meno e rischia di accomunare nella condanna universale chi invece ha bene operato e chi è stato chiamato a un compito non semplice di coordinamento tecnico. Refusi nelle date, errori di ortografia o sintassi, banalizzazioni nelle domande sono offensivi rispetto alla natura delle prove, chiamate a selezionare futuri docenti.
Più in generale, e lo ribadisco, c'è sempre "l'arrivare corti" agli impegni e l'incapacità congenita di preparare per tempo le procedure. E questo è un ambito dove è l'amministrazione (che nulla c'entra con gli item, affidati a una commissione esterna che ha operato gratuitamente) a dover operare. Per me, in questo come in altri casi, sino a quando le procedure non sono cambiate da norme, il Miur deve agire, e per tempo, come se dovessero attuarsi con precisione svizzera. E' una concezione che dovrebbe essere alla base del nostro lavoro, che distingue l'Amministrazione dalla burocrazia e che mette al centro dei processi l'efficienza, l'efficacia, l'economicità e il rispetto di coloro i quali nella procedure sono coinvolti. I miracoli si possono anche fare, e sono stati fatti anche in questo caso, in un oscuro ma prezioso "rimboccarsi le maniche". Ma ce li si potrebbe risparmiare, perché il miracolo va a braccetto col rischio. E ribadisco un paio di punti, che già avevo trattato due anni or sono. Nulla vieta, alla fine di quest'anno solare, di fissare procedure, scadenze e quant'altro occorra per il III ciclo. Nulla vieta di procedere per tempo alla predisposizione degli item; nulla vieta, soprattutto nei casi delle discipline umanistiche, di fissare dei "sillabi" che "verrebbero buoni" anche per altre procedure (e penso ai concorsi), consentendo ai candidati di concentrarsi. Non mi sembra un'impresa titanica. Mi sembra solo esercizio di buon senso."