Stanno giungendo in redazioni moltissime segnalazioni di docenti che evidenziano notevoli contraddizioni negli elenchi di ammissione ai corsi di specializzazione per la riconversione sul sostegno pubblicati dagli USR e destinati ai docenti di ruolo soprannumerari delle classi in esubero. Corsi di sostegno che avranno accesso gratuito senza passare attraverso le insidiose (e costose prove preselettive, fino a 200 euro) invece riservate ai comuni mortali docenti precari e di ruolo non in esubero.
Come già chiarito da Professionisti Scuola, i criteri di ammissione individuati dal decreto direttoriale di riconversione, firmato dal Dott. Chiappetta, prevedevano una selezione basata sugli stessi criteri con cui saranno selezionati i docenti precari e i docenti di ruolo non in esubero: preselezione con test di ingresso e prove di ammissioni scritte e orali con voto minimo 21/30.
Il Miur, noncurante dei criteri indicati da un suo stesso decreto, senza badare minimamente al rischio concreto di esporsi a ricorsi, ha adottato con note e circolari illegittime, criteri di ammissione diversi: si è tenuto conto della minore età anagrafica dei richiedenti e si è data priorità alle domande inviate nell’a.s. 2012/13.
In particolare,quest'ultimo criterio “temporale”, sta avendo come conseguenza effetti paradossali:

per le classi di concorso in esubero, molti dei docenti individuati per la partecipazione al corso sono stati ammessi pur essendo titolari di cattedra, cioè non in esubero a scapito di chi sulla stessa classe è invece docente di ruolo in esubero.
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Dunque, ricapitoliamo: corsi di sostegno pagati dal Miur a spese quindi della collettività e dunque dai cittadini vengono somministrati, senza la prevista selezione in ingresso, a docenti non in esubero a scapito di chi dovrebbe invece avere diritto realmente a frequentarli (docenti in esubero), seppur dopo aver superato prove preselettive per garantire la adeguata preparazione iniziale.
Se da un lato è vero che l'amministrazione deve garantire la ricollocazione e la formazione dei soprannumerari, dall’altro evidenziamo diverse “falle” nella procedura. In sostanza, l’amministrazione non solo non rispetta il decreto (che, ripetiamo, prevede una selezione in entrata), non solo forma persone che non sono in soprannumero, ma, e soprattutto, consente loro di conseguire una specializzazione attraverso un canale agevolato (senza selezione, con un carico di lavoro sensibilmente inferiore a quello previsto attraverso il canale convenzionale di prossima attivazione, senza pagamento di tassa di iscrizione alcuna che, ricordiamolo, spesso si aggira intorno ai 3.000 euro. E tutto ciò pagando un corso a docenti che invece, non sussistendo la condizione di soprannumerarietà, dovrebbero rispettare le regole previste per il normale percorso riservato ai docenti precari e a quelli di ruolo non in esubero.
In sostanza, si verifica una tanto grave quanto incomprensibile disparità di trattamento: il docente di ruolo non soprannumerario ma appartenente a una classe di concorso che presenta esuberi si forma a spese della collettività mentre il docente di ruolo che non appartiene a classi di concorso con esuberi e il docente precario, per formarsi, devono pagare una sostanziosa tassa e superare le selezioni individuate dal miur necessarie per tutelare la qualità dell'azione didattica e del servizio offerto agli alunni disabili.
 

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