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In merito allo schema di decreto sull’inclusione, durante l’audizione in commissione Istruzione al Senato sui dlgs Buona scuola, si stanno susseguendo, non senza polemica, le proposte dei vari rappresentanti sindacali. Ve le proponiamo di seguito, riportando in primis la scheda relativa all'inclusione scolastica che fa parte degli otto decreti legislativi di attuazione della legge Buona scuola. 

Scheda: Inclusione scolastica

Semplificazione e snellimento delle pratiche burocratiche, maggiore continuità didattica e formazione del personale docente e della comunità scolastica, costruzione di un progetto di vita che coinvolgerà più attori della società che collaborano in rete.

Sono questi i punti cardine del decreto sull’inclusione scolastica, provvedimento che propone un cambiamento culturale mettendo al centro le alunne e gli alunni con disabilità, per i quali la scuola, coinvolgendo tutte le sue componenti, elabora un progetto educativo individuale.

Non sarà solo la gravità della disabilità a determinare le risposte offerte delle alunne e degli alunni: si cercherà di determinare in senso più ampio i loro bisogni. L’attività di presa in carico degli alunni sarà più condivisa: la scuola fornirà al nuovo Gruppo di Inclusione Territoriale il Piano di inclusione, la valutazione diagnostico-funzionale e il progetto individuale per l’alunno che costituiranno la base delle richieste all’Ufficio scolastico regionale.

Insegnanti di sostegno più formati e preparati, poi, grazie a una formazione iniziale che prevede l’obbligo di 120 crediti formativi universitari (cfu) sull’inclusione scolastica (non più 60 come è oggi) per tutti i gradi di istruzione, 60 prima del percorso di specializzazione e 60 durante,  (il doppio rispetto ad oggi). Tutti i futuri docenti avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l’inclusione e ci sarà una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi.

Per la ministra Valeria Fedeli, decreti attuativi delle deleghe rappresentano la parte più innovativa e qualificante della legge 107. Rivelano e concretizzano la vera portata di riforma della Buona Scuola: mettono le studentesse e gli studenti al centro di un progetto che punta a fornire loro un’istruzione e una formazione adeguate a standard e obiettivi internazionali. Si lavora sul sapere e sul saper fare, per dare alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi gli strumenti utili per realizzare il loro progetto di vita e contribuire alla crescita e alla competitività del Paese. 

 

Proposte:

Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas, propone la creazione di una classe apposita di concorso per gli insegnanti di sostegno, che non sono un accessorio rispetto al resto della scuola, ma insegnanti a pieno titolo. Sarebbe l’unico modo per evitare l’utilizzo o la riconversione nel sostegno di personale qualsivoglia: tutti gli insegnanti di educazione motoria che hanno perso il posto nelle scuole medie dopo le ultime riforme sono stati dirottati sul sostegno, dopo un corso di appena tre mesi.O ci interessa davvero l’inclusione oppure ammettiamo che vogliamo tornare alle scuole differenziali .

Anna Fedeli della Flc Cgil, commenta: la delega sull’inclusione ci ha lasciati costernati: già dall’inizio ne individuavamo le finalità, ma è avvenuto qualcosa di ancora più grave.

All’interno di questa delega c’è un allontanamento delle scuole dalla gestione in proprio del problema della disabilità, c’è un accentramento e una prevaricazione da parte dell’amministrazione.Quel gruppo territoriale che viene istituito fuori dalla scuola risponde all’amministrazione, quando invece la scuola è nella potestà di poter fare delle richieste, che è giusto anche vengano condivise in un luogo di decantazione, dove si migliorano i processi di inclusione, che potrebbe anche essere il Git (gruppo di inclusione territoriale), il quale tuttavia non può essere un luogo dove si prendono le decisioni ‘alle spalle’ delle scuole.Anche la composizione del Git parla all’amministrazione e non alla scuola, e alcuni soggetti interni al gruppo potrebbero anche essere portatori di interessi che non coincidono con gli interessi complessivi dell’ambito e con quelli dei soggetti non rappresentati.

Per Maddalena Gissi, segretario generale Cisl scuola, invece, mancano alcuni elementi di armonizzazione nel rapporto fra personale che sarà formato tramite il percorso di formazione previsto dalla nuova legge, con le varie tappe nel triennio dopo la laurea magistrale, e il personale che avrà un suo titolo di specializzazione sul sostegno. (...)

Abbiamo oggi 137mila posti di sostegno, tra diritto e deroghe, e non possiamo immaginare di costruire un percorso che chiuda alla possibilità di offrire a chi non è in possesso di titolo di specializzazione la facoltà di accedere con percorsi più agevolati e più realizzabili in tempi più stringenti. I percorsi di formazione, per come sono stati programmati, prevedono tempi troppo lunghi. Per il primo settembre 2017 i posti di sostegno che rimarranno senza possibilità di immissione nei ruoli, per mancanza di personale nelle graduatorie di concorso, sono più di 8mila, per lo più collocati nel centro-nord. Credo ci sia la necessità di assumere da subito iniziative utili per far materialmente funzionare la scuola, con la garanzia della continuità didattica, superando la ‘supplentite’ quest’anno abbiamo avuto 120mila supplenze.

Al riguardo si è espresso anche il Presidente Nazionale Vincenzo Falabella  della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) durante la riunione della Giunta Nazionale svoltasi lo scorso 20 gennaio, che tramite comunicato ufficiale, aveva fermamente rigettato lo "Schema di decreto legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, l’Atto del Governo (378) approdato all’esame delle Camere (...). Non si può certo dire che negli ultimi due anni la nostra Federazione non abbia praticato un confronto tecnico e politico con il Ministero dell’Istruzione. Lo abbiamo dimostrato ripetutamente in confronti diretti con la dirigenza politica e tecnica di quel Dicastero. Siamo giunti persino ad elaborare e a presentare anche una specifica proposta di legge concordandone correzioni e aggiustamenti con il Ministero stesso di ben altra qualità rispetto al papocchio che ora assume la veste di Atto del Governo. Ma quando l’Esecutivo ha assunto la delega in forza della legge sulla ‘buona scuola’, di quella apparente disponibilità al confronto si è persa la sostanza e il senso. Anzi, le istanze delle persone con disabilità sono state largamente ignorate se non contrastate.Vediamo tradite le principali istanze del movimento delle persone con disabilità, mascherandole dietro dichiarazioni di intento ma declinandole in un nulla di davvero concreto, anzi tornando indietro rispetto anche alle minime garanzie attuali. Temi come quelli della continuità scolastica, della garanzia di sostegno adeguato, della formazione dei docenti, della qualità scolastica, della corretta valutazione delle necessità e delle potenzialità degli alunni con disabilità, della programmazione sostenibile e congruente, della rivisitazione intelligente di ruoli, competenze, responsabilità sono – in tutta evidenza – tradite e, a tratti, irrise. In termini ancora più schietti: una presa in giro! La FISH e le associazioni federate non potranno che avviare una mobilitazione e tutte le forme di protesta e di denuncia utili a rivedere profondamente questo testo da cui prendiamo con vigore le distanze come associazioni e come Cittadini.

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