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Categoria: Mobilità
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Il 28 febbraio il Ministero ha convocato le OO.SS per procedere sull’informativa del testo riguardante le procedure della prossima mobilità 2017/18; durante l'incontro, l’amministrazione ha illustrato il contenuto che ha evidenziato numerose criticità evidenziate dalle organizzazioni sindacali, per garantire maggiore chiarezza nella  lettura del dettato contrattuale, evitando le problematiche emerse lo scorso anno.

 

Come commenta la Flc Cgil scuola, il processo di validazione dell’ipotesi del CCNI è ancora in corso a quasi un mese dalla firma: nonostante le notizie rese note da vari siti-web, il MIUR non ha ancora comunicato alcuna scadenza, riservandosi solo di voler chiudere gli esiti dei movimenti non oltre la metà di luglio per anticipare le operazioni di immissione in ruolo.

A questo proposito la richiesta continua di parte sindacale è quella di concedere dei tempi adeguati all’inoltro delle domande che, soprattutto per i docenti, saranno in un unico periodo per tutti i gradi di scuola; questo per evitare il ricorso massiccio e contemporaneo alla piattaforma di Istanze on line, la cui piena funzionalità non sempre è stata rispondente alle diffuse richieste. Nel tardo pomeriggio si è riavviata la trattativa sull’accordo per l’assegnazione dei docenti da ambito a scuola, dal MIUR insistentemente chiamata “individuazione per competenze”; assente il Capo Dipartimento, la delegazione del MIUR ha presentato una nuova bozza di proposta da sottoporre al confronto con i sindacati. Sul contenuto del testo, che in modo inequivocabile ha accolto parte dei nostri rilievi sollevati nei precedenti incontri, riteniamo si sia fatto qualche passo avanti nella direzione di stabilire procedure e modalità comuni riducendo l’arbitrio dirigenziale. Ancora marcata però, risulta la distanza politica tra parte sindacale e amministrazione: assente il coinvolgimento vincolante del collegio dei docenti, elevato il numero di requisiti richiesti, perentorio l’affidamento decisionale del DS. Un quadro complessivo che riteniamo non coerente rispetto ai punti fermi dell’accordo politico del 29 dicembre, dove “imparzialità e trasparenza” sono le parole-chiave da assumere per giungere ad un esito positivo. La nostra sottoscrizione definitiva del Contratto di mobilità è strettamente legata alle decisioni che adotterà l’amministrazione sui temi indifferibili che poniamo: è un sollecito al MIUR a dare riscontro a queste richieste affinché non sia vanificato l’impegno di entrambe le parti proprio in questa fase conclusiva della negoziazione.

Si intravede una flebile luce, ma la trattativa per raggiungere l’accordo sulla chiamata diretta è ancora in un tunnel. Il confronto con l’Amministrazione prosegue ormai da mesi, ma si torna sempre al punto di partenza e per il momento riteniamo che non ci sia ancora alcuno spazio per la firma del contratto.È quanto dichiara Maria Domenica Di Patre, vice coordinatrice nazionale della Gilda degli Insegnanti. Viene diminuito il numero dei requisiti da prendere in considerazione per passare dall’ambito territoriale alla scuola, ma la musica non cambia perché il Collegio dei docenti non può deliberare, ma esprimere semplicemente un parere, e  non è riconosciuta in nessun modo l’esperienza didattica maturata dai docenti che insegnano da tanti anni: punteggi e graduatorie non contano e tutti gli insegnanti restano in balìa della discrezionalità del dirigente scolastico”. Sarebbe stato opportuno attuare una deroga in attesa di un provvedimento legislativo che modificasse almeno gli aspetti più deleteri della legge 107/2015 che hanno provocato nelle scuole un clima di forte scontento e caos.  

 

Per la Uil scuola il ministero ha presentato alle organizzazioni sindacali una bozza di accordo che non scioglie i nodi per giungere ad un'intesa, ma addirittura ne aggiunge altri. Per i passaggio da ambito a scuola, infatti, dall’elenco dei requisiti necessari per il passaggio sono stati eliminati quelli relativi agli incarichi organizzativi nelle scuole. E questo è un passo in avanti. Riguardo, invece, al ruolo del  collegio docenti, che dovrebbe deliberare sull’individuazione dei requisiti, e alla mancanza di procedure oggettive, proprio non ci siamo. Le condizioni per sottoscrivere l’accordo non ci sono. I termini della questione appaiono chiari: si ripete la tattica negoziale del Miur che continua stancamente la trattativa, seminandola di ostacoli.
Un modo di procedere che sta compromettendo l’affidabilità dell’amministrazione stessa.
Eppure le condizioni per l’accordo ci sono e sono quelle fissate nell’accordo politico del 29 dicembre 2016: oggettività e centralità del collegio dei docenti su tutti. Basta rispettarli.

 

Come ha commentato SNALS-CONFSAL, l’Amministrazione, in risposta alla proposta presentata unitariamente dalle OO.SS nel precedente incontro, ha presentato una nuova proposta che ha un unico aspetto positivo rispetto alle precedenti illustrate dall’Amministrazione alle OO.SS.: la drastica riduzione numerica dei requisiti inseriti nel quadro nazionale da correlare alle competenze professionali richieste.

Tali titoli ed esperienze professionali, contenuti nell’allegato A dell’ultima proposta sono, infatti, complessivamente 19 e, soprattutto, sono stati eliminati, come richiesto dalle OO.SS., quelli relativi agli incarichi organizzativi nelle scuole; la delegazione Snals-Confsal ha dato atto all’Amministrazione che ciò rappresenta un passo in avanti nella trattativa. Tuttavia la trattativa rimane, a nostro avviso, ancora del tutto “in salita”, in quanto al collegio dei docenti è riconosciuta, nella procedura di individuazione dei titoli e delle esperienze richiesti, in coerenza con il piano dell’offerta formativa e con il piano di miglioramento dell’istituzione scolastica, un ruolo del tutto residuale, in quanto i requisiti sono individuati dal dirigente scolastico nell’ambito dell’elenco nazionale, sentito il parere del collegio dei docenti anche attraverso le sue articolazioni e non sono, come richiesto unitariamente dallo Snals-Confsal e dagli altri sindacati, oggetto di delibera del collegio dei docenti.

Inoltre, tra le ulteriori criticità lo Snals-Confsal ha espresso dissenso sul fatto che nella proposta ministeriale tali requisiti devono essere almeno 6, con eventuale graduazione in ordine di priorità degli stessi.

Mancano, inoltre, a nostro avviso, non solo elementi sufficienti per garantire la centralità del collegio dei docenti ma anche l’oggettività e la trasparenza dell’intera procedura.

Ci auguriamo che l’Amministrazione possa invertire rotta, venendo incontro alle legittime, fondate richieste delle OO.SS., evitando di trascinare, ancora a lungo, una trattativa che, in alcuni momenti, somiglia molto ad un “dialogo tra sordi”.

 

Un ulteriore incontro è previsto il prossimo 7 marzo per l’analisi degli ultimi capitoli dell’ordinanza e la definizione dei moduli di domanda.

 

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