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“Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che suona la stessa sinfonia."

Diario di scuola D. Pennac 

 

 

Individualizzazione o personalizzazione? 

Individualizzazione e personalizzazione sono due termini che possono sembrare simili oppure, addirittura, sinonimi. In realtà, le due parole racchiudono concetti molto differenti, anche se, entrambe le strategie di intervento didattico, hanno come fondamento la centralità del soggetto che apprende e le sue potenzialità.

Per comprendere al meglio il significato dei due termini si richiama il testo "Una scuola a misura d'alunno" (2008) del prof. Massimo Baldacci in cui si legge che l’individualizzazione si riferisce a “quella famiglia di strategie didattiche il cui scopo è quello di garantire a tutti gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo, attraverso la diversificazione dei percorsi di insegnamento”, mentre la personalizzazione si riferisce a “quella famiglia di strategie didattiche la cui finalità è quella di assicurare ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive”.

Ed ancora nella Linee Guida per i DSA si legge: "La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente. La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l'accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo. La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l’alunno e lo studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento."

Rielaborando:

  • l’individualizzazione è un processo atto a garantire a tutti il diritto all’apprendimento delle competenze fondamentali del curricolo, ovvero, a raggiungere traguardi formativi comuni attraverso il diritto alla diversità e ai prerequisiti di ciascuno. Compito del docente è analizzare i bisogni degli alunni, valutare il livello raggiunto, sia esso in ingresso o in itinere, e strutturare/adattare attività che consentano a tutti di raggiungere lo stesso obiettivo.
  • La personalizzazione è, invece, una strategia didattica volta a valorizzare i talenti dei singoli, fino alle eccellenze, senza prevedere obiettivi da raggiungere: ciascuno raggiunge il “proprio” obiettivo personale, in base alle proprie potenzialità. Compito del docente in questo caso è cercare le potenzialità di ciascuno, le aree di eccellenza, e strutturare attività personalizzate affinché ciascuno raggiunga il massimo obiettivo possibile dettato dalle proprie caratteristiche.  

Sicuramente fino all’introduzione della L. 53/2003, il termine più utilizzato nel panorama scolastico è stato individualizzazione, data per la presenza dei Programmi Ministeriali che stabilivano gli obiettivi da raggiungere; la suddetta legge introduce i Piani di Studio Personalizzati (PSP) e prevede, tra l'altro, attraverso l’uso dei laboratori, la valorizzazione delle eccellenze. Quindi, prendendo ad esempio la Scuola Primaria, se nei Programmi dell’85 gli alunni, considerati diversi in partenza, dovevano raggiungere i medesimi obiettivi anche con percorsi individualizzati, con la Riforma Moratti gli alunni possono raggiungere obiettivi differenti (personalizzati) anche attraverso percorsi differenti (individualizzati).

Si potrebbe asserire che la parole-chiave dell’individualizzazione sia “uguaglianza”, mentre quella della personalizzazione sia “distinzione”.

Vale la pena di sottolineare che le pratiche di individualizzazione e personalizzazione non si escludono vicendevolmente ma, al contrario, possono essere utilizzate in sinergia al fine di predisporre spazi e materiali, adatti al livello di apprendimento e alle caratteristiche dell’allievo, tarati sul suo bisogno di personalizzazione ed, eventualmente, di individualizzazione; e ancora che mai devono significare isolamento degli allievi, il fine ultimo resta sempre l’inclusione.

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