PSN Concorso riservato 2018 e GRM

Si iniziano a scaldare i motori per i prossimi concorsi per il reclutamento dei docenti che si terranno nel 2018 secondo i dettami dei decreti legislativi attuativi della Legge 107/15. il Miur in uno specifico incontro coi sindacati ha chiarito che per ora tutta la partita dei decreti avrà modalità diverse di attuazione, secondo la tempistica di entrata in vigore degli stessi, concentrandosi per ora su quello più urgenti relativo al reclutamento, in particolare il concorso riservato al personale precario abilitato.
Il decreto, ad avviso dell’amministrazione, riprenderà l’impianto dell’ultima procedura di reclutamento del 2016 con il concorso riservato che potrebbe essere bandito anche prima della scadenza definita per legge (entro febbraio 2018).

Dal concorso al momento sarebbero esclusi tutti i docenti di ruolo a cui è negata la possibilità di abilitarsi per altri insegnamenti e richiedere i passaggi di ruolo. Invece di una carriera si prospetta un immobilismo professionale inaccettabile.

Sul reclutamento il Miur ha ribadito la contrarietà all'uso del termine “specializzazione” al posto di “abilitazione”. Per due motivi: si può generare confusione col vecchio titolo di specializzazione sul sostegno e, soprattutto, perché il concetto di “abilitazione” rimarca l’autonomia professionale e la libertà d’insegnamento del docente.

in merito i sindacati hanno posto poi il problema dei docenti già di ruolo nelle scuole dell’infanzia, primaria o in altri ruoli ed in possesso del titolo di studio specifico per l’insegnamento nelle scuole secondarie.
A questo personale, nelle more di un sistema che potrebbe essere definita nel prossimo rinnovo del contratto, deve essere prevista una fase transitoria che garantisca l’accesso alla procedura “abilitante”.

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In assenza di soluzioni, non potendo acquisire l’abilitazione, è preclusa loro per sempre  la possibilità di passaggio di cattedra o di ruolo.
Sempre sul reclutamento, in particvolare la Uil ha espresso la propria contrarietà ad un doppio sistema, uno riservato a tutti gli aspiranti che devono necessariamente superare un concorso, l’altro ai docenti con tre anni di servizio nelle scuole paritarie che vengono ammessi ai corsi di specializzazione in soprannumero e senza concorso.
Il concorso riservato destinato agli abilitati dovrebbe arrivare prima del previsto. La ministra ha infatti confermato che a beneficiare di questa tornata concorsuale saranno gli iscritti in seconda fascia e quelli rimasti in GaE dopo la legge 107/2015.

Un concorso riservato che potrebbe trasformarsi in una formalità, secondo alcuni, consistendo solo di un esame orale, che permetterà l'iscrizione in nuove «graduatorie di merito regionali» dalle quali si faranno le assunzioni, divise però al 50% con le GaE, che continueranno ad essere in vita, finché non andranno a regime le nuove procedure dei concorsi-corsi previste sempre dalla riforma.

L’esame orale sarà previsto per tutti i candidati abilitati o iscritti nelle GAE e nella seconda fascia, a seguito del quale si accederà ad una graduatoria di merito regionale. La prova orale peserà per il 40% del punteggio finale e non sarà selettiva ma consisterà in un colloquio da svolgersi davanti ad una commissione esaminatrice, che dovrà accertare anche i titoli di servizio e quelli professionali, che peseranno per il 60% del punteggio complessivo. Le nuove GRM saranno utilizzate per le immissioni in ruolo a partire da settembre 2018, “fermo restando che il 50% dei posti continuerà ad essere riservato alle Gae, sino al loro esaurimento, e che la legge assicura anche lo scorrimento delle graduatorie del concorso del 2016, per i vincitori e gli idonei”.

Il ministro Fedeli ha inoltre precisato che si sta lavorando anche al concorso riservato ai docenti con almeno tre anni di servizio e a quello ordinario per la scuola secondaria che prevedono nel primo caso un percorso formativo ridotto da tre a due anni per i candidati non abilitati di terza fascia d’istituto risultati idonei; nel secondo caso, invece, il concorso pubblico aperto a tutti i laureati, anche non abilitati all’insegnamento e che però abbiano conseguito i 24 CFU.

Nonstante l'ottimismo sui tempi espresso dalla Fedeli va detto che l’iter dei decreti attuativi, che sarà avviato entro novembre, prevede numerosi passaggi: informativa alle organizzazioni sindacali, esame del MEF, parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, deliberazione preliminare del Consiglio dei Ministri, parere del Consiglio di Stato, parere delle Commissioni parlamentari, deliberazione definitiva del Consiglio dei Ministri, firma del Presidente della Repubblica e registrazione della Corte dei Conti.

Visto l'avvicinarsi delle prossime elezioni sarà in ogni caso una corsa ad ostacoli per completare l’iter il più rapidamente possibile e assicurare che i vincitori dei concorsi possano avviarsi al percorso FIT a partire dall’anno accademico 2018/2019.

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