• Il gioco dell'Undici: con micro:bit una sfida senza tempo.

    Beh a volte mi capita di fare così, di impazzire e di andare controcorrente.

    Entro in classe, raccolgo i miei studenti intorno ad uno dei banchi, prendo undici penne e le dispongo così, in fila, una dietro l’altra. E dico – “Ci sono undici penne sul banco. Io ne prendo due e chi mi sfida potrà prenderne 1, 2 o 3 prima che ricominci io. Continueremo finché non restano più oggetti sul tavolo. Il giocatore costretto a raccogliere l’ultimo oggetto perde”.

    Inutile dire che per un’ora intera ho sempre vinto.

    Negli ultimi cinque minuti di lezione ho sfidato i miei ragazzi a scoprire il trucco che mi consentiva di vincere ogni partita e di farne un algoritmo da implementare sul nostro amatissimo Micro:bit.

    È lì che mi piace mettermi in disparte, spostarmi dal centro dell’attenzione e vedere come la classe diventa un laboratorio di menti che friggono e partoriscono idee, che provano le stesse, che si sfidano, che annotano gli errori, che individuano i punti critici dell’algoritmo e che ne elaborano la soluzione, esatta, incredibilmente esatta.

     

    bbc micro bit stopwatch 3 101 computing

  • MICRO:BIT GIOCHIAMO SUBITO COL CODING

    microbit anteprimaNegli articoli precedenti (CODING: un approccio semiserio al pensiero computazionale prima parte e seconda parte) ho descritto tutto il percorso fatto con il coding e come sia possibile differenziare idee ed approcci ad una materia che ha ricadute comunque a lunga scadenza, una materia che mira, nell’idea generale, alla formazione di un pensiero computazionale che aiuti gli studenti nel problem solving quotidiano, nella capacità di approcciarsi alla realtà secondo un vero e proprio algoritmo sequenziale, con la stessa naturalezza con cui risolve problemi di matematica, con cui fa un tema o analizza un testo con le regole dell’analisi logica.

    La verità è che, mentre al solito, oltre alla massiva partecipazione ad iniziative comunque meritorie come la Code Week e The Hour of Code, l’Italia viaggia a rilento restando alla finestra ad osservare, in altri paesi si fa largo la consapevolezza della necessità di introdurre materie come questa in tutti i gradi della scuola per facilitare la formazione del pensiero computazionale, lo dicevamo prima, ma per garantire a tutti i futuri cittadini la possibilità di affrontare lavori che, ad oggi, ancora non esistono (a rifletterci è successo così anche a noi ed abbiamo dovuto formarci per affrontare spesso situazioni impreviste ed imprevedibili durante il nostro corso di studi)