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FedeliPubblichiamo stralcio della lettera di risposta del Ministro Fedeli a Sergio Staino che nel suo editoriale evidenziava le sue leggerezze in merito alla polemica dei giorni scorsi sul suo titolo di studio.  

Caro Sergio, ho trovato molto intenso ed emozionante quello che hai scritto nel tuo editoriale in forma di lettera. Ti ringrazio per le parole affettuose che hai voluto dedicarmi, ricordando il senso dell’impegno politico e sindacale che ha caratterizzato la mia vita.

..... Voglio fare chiarezza: c’è stata – evidentemente – una leggerezza, da parte mia, un errore nella cura e nella gestione del racconto di un passaggio della mia vita, quello del titolo di studio.

Ho fatto le scuole per diventare una maestra d’asilo, lavoro bellissimo che ho fatto da giovanissima per qualche anno. Poi ho frequentato, diplomandomi, la scuola che all’epoca formava gli assistenti sociali. Oggi questi percorsi di studio sono completamente cambiati e d’altra parte – per me come per te – la vita ha preso un’altra strada: la passione politica e l’impegno nel sindacato sono state le mie scelte di vita. So che molti tra le lettrici e i lettori dell’Unità hanno compiuto le stesse scelte nel tempo e molti di loro sono stati i miei compagni nella storia, difficile, bellissima e quotidiana, di questo Paese.

Di questa leggerezza, di questo errore, mi scuso, con tutte e tutti, soprattutto con coloro che fanno parte del mondo della scuola dell’università e della ricerca.

Non sono ministra per insegnare loro qualcosa, né per convincerli delle mie idee, ma per ascoltarli, dialogare, fare sintesi. Il mio compito è migliorare e manutenere quello che già esiste, ma la sfida sarà quella di lavorare non solo sulle emergenze: dobbiamo tracciare una rotta per politiche sul sapere che sappiano guidarci verso uno sviluppo più inclusivo e sostenibile, per creare una società più giusta e dinamica. La valorizzazione dei talenti non deve essere alternativa al sostegno di chi resta indietro, dobbiamo dare non solo a tutte e tutti le stesse possibilità, ma fare in modo che attraverso l’impegno si possa trovare nel sapere un riscatto, una leva per cambiare e migliorare la propria condizione.

.....Ho commesso un errore. Accetto però oggi la sfida e l’impegno che mi vengono richiesti, chiedo solo di essere giudicata per il lavoro che farò nei prossimi mesi.

Per la lettera integrale ecco il link all'Unità

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