L’attività che vi presento oggi è davvero semplice e richiede una spesa pari a zero (o quasi) se si ha un forno a microonde.

Lo scorso anno è stato dichiarato Anno Internazionale della Luce e la luce è al centro di una delle più importanti teorie fisiche del ‘900: la Teoria della Relatività, di cui si è discusso recentemente a proposito delle onde gravitazionali.

L’attività che segue si inserisce in un percorso di ottica , proponibile nella Scuola secondaria di I e II grado, ed in una forma più divulgativa alla Scuola primaria.

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Quanto  è veloce la luce? Esistono numerosi esperimenti storici che hanno determinato la misura di questa importante costante fisica

Cosa c'entra la luce con la misura del battito cardiaco?

Come misurare ora il nostro battito cardiaco?

L'attività che vi presento può essere facilmente riprodotta in classe con zero spese e si inserisce nel percorso Luce e colori.

Andiamo con ordine.

Ogni volta che il cuore pompa sangue nelle vene, i nostri sottili capillari, poco sotto la pelle, si espandono.

Se illuminiamo il nostro dito con un fascio lumino, allora la luce retro diffusa cambia di intensità in relazione all'espansione dei capillari.

Buongiorno,

riprende la rubrica di Laboratorio povero di Fisica e concludiamo l’anno descrivendo la seguente attività: la proporzionalità diretta ed inversa.

Setting didattico

Con i ragazzi (di prima Liceo  Scientifico e terza Liceo Scienze umane) è stato discusso il concetto di proporzionalità diretta ed inversa. Da una prima indagine iniziale emerge che il concetto più frequente sulla proporzionalità direttainversa è:

All’aumentare di una grandezza , aumenta anche l’altra.

In tal senso le figure seguenti per gli studenti rappresentano dei buoni esempi di proporzionalità diretta.

prop1      prop2

Asimmetrie è la rivista dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn): una rivista di informazione e divulgazione, piena di curiosità e approfondimenti sulla fisica delle particelle, con infografiche e immagini utili alla didattica. Ogni numero di Asimmetrie è una monografia che si sviluppa attorno a un tema scientifico, come la materia oscura, il tempo o la massa  La rivista esce con cadenza semestrale, ad aprile e a ottobre di ogni anno e tutti si possono abbonare gratuitamente al link  per ricevere la versione cartacea. Inoltre, Asimmetrie è anche una app per iOS  ed Android

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Here is a paper of my students about Thermology. The work was made using self-made instruments and completely in English(spontaneously)

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Groups members: Linda Greggio, Linda Bertin, Silvia Verza, Sara Zerbetto, Caterina Fortin

ABSTRACT

Thinking to the experiments that we realized with the struments  supplied by our school’s scientific laboratory and the ones that  our physic teacher Alfonso D’Ambrosio gave us, we could verify experimentally the validity of the basic law of calorimetry

Q=cm∆T

in which Q is the heat energy, m the mass, c the specific heat and ∆T the change of temperature.

The results we obtained during these experiments, next to the mistake’s discussion caused by heat loss lead no to can clude that the heat energy is directly proportional to the change in temperature, which instead is inversely proportional to the mass of object or substance taken to heat energy variation, absorbed by the object with less temperature.

FISICA

 

In questa sezione sono proposti una serie di lavori che hanno per oggetto il Laboratorio (povero) di fisica. La rubrica non vuole essere solo il resoconto di esperienze da proporre o proposte in classe, ma anche una attenta analisi di metodologie ,  strumenti, misconcezioni tipiche dei nostri studenti (e non solo) quando si parla e si fa Scienze. La sezione è stata suddivisa solo per comodità in macro argomenti, così come proposti nei testi scolastici. Esso vuole essere un spazio–stimolo sia per studenti sia per docenti.

Diversi esperimenti sono stati creati ad hoc dal sottoscritto, altri rivisitati, altri nascono da collaborazioni con colleghi, amici, appassionati di Scienza.

Lo scopo di questa rubrica non è quella di porre al centro il pensiero di un uomo solo, ma mostrare quanto si possa fare “facendo fare” ai nostri studenti (hands on) e quanto possa essere utile una sperimentazione didattica che sia open che sia condivisa che nasca dal basso (docenti di scuola quali ricercatori didattici).

Una attenta analisi viene rivolta  alle nuove tecnologie (utilizzo di App, classi virtuali, classi 2.0, etc.), alle metodologie didattiche (Ibse, Pbl, coursework, etc.), all’uso di strumenti storici.

Buongiorno, la rubrica di Fisica procederà un pò a singhiozzo per i vari impegni del sottoscritto.

Oggi vi presento un esperimento che può essere proposto in una classe 4 o 5 di liceo Scientifico, ma può essere adattato anche in un biennio di  Secondaria di II grado (indirizzo tecnico e professionale) ed in maniera qualitativa per gli altri ordini di scuola: il moto di un magnete in un tubo metallico.

L'esperienza così presentata è un estratto di un lavoro più ampio sul magnetismo presentato alla Mostra Sperimentando 2015 a Padova.

L'approccio utilizzato può essere l'IBSE o il PBL, più in generale qualunque metodologia che faciliti l'analisi per scoperta da parte dell'alunno del fenomeno.

Il costo di tutto il materiale non supera i 20 euro totali , ma permette di far lavorare fino a 7 gruppi classe.

Il moto di caduta di un magnete all'interno di un tubo metallico è un fenomeno complesso ma che ha un effetto stupefacente quando viene mostrato agli studenti. Le forze in gioco sono la forza peso ed una forza che non è facilmente interpretabile, la "forza elettromotrice indotta" (anche se andrebbe indagato meglio il concetto di forza in questa frase).

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Dalla sabbia all'improvviso spunta una pinna...poi una testolina...e in men che non si dica il miracolo della vita è sotto gli occhi di bagnanti fortunati che assistono alla schiusa di una nidiata di tartarughe caretta nella nostra Maremma. E comincia la grande avventura di questi esserini verso la conquista dell'acqua. In acqua trascorreranno gran parte della loro vita, alla ricerca dei siti di foraggiamento, per poi  ritornare sulla spiaggia per la nidificazione, anche dopo 25 anni. L'evento riportato dai giornali negli ultimi giorni suscita tenerezza ma anche grande curiosità. Verrebbe voglia di attaccarsi al carapace di questi simpatici rettili per farsi trasportare nei loro lunghi viaggi, tra terre separate da chilometri e chilometri di percorsi avventurosi. E poi...incredibilmente....riuscire a ritornare al punto di partenza.
È da tempo che la  grande capacitã di navigazione e di orientamento delle tartarughe ė sotto i riflettori degli scienziati. Non ci sono ancora dati certi, ma sembra che le tartarughe appena nate siano in grado di registrare  le coordinate terrestri del nido, grazie al magnetismo, ai ferormoni e ad altre caratteristiche ambientali, che permettono loro un imprintig della zona natia.
Studi recenti ( Papiet al. 2000, J. Exp. Biol. 203: 3435-3443), (Luschi et al. 2007, Curr. Biol. 17:126-133) ( Benhamou et al. 2011, PLoS ONE 6 (10) e26672. ) indicano che informazioni magnetiche hanno un ruolo nella navigazione a una scala intermedia, a differenza  dei processi navigazionali a piccola e a grande scala, che appaiono dipendere da informazioni non-magnetiche.
L'orientamento magnetico a grandi distanze dalla meta non viene utilizzato a causa delle continue variazioni dei segnali magnetici
L'orientamento, invece, a pochi chilometri da casa sembra sia dovuto a segnali sensoriali, come dimostrano gli esperimenti effettuati usando tartarughe posizionate sottovento o sopravento in prossimità dell'isola di ritorno. (Hays et al., 2003, Proc. R. Soc. Lond. B 270:S5-S7 )

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Buongiorno,

oggi non vi parlerò , come di consueto, di esperimenti di fisica , ma di un concetto tanto affascinante quanto sconosciuto a molti studenti: l’entropia.

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Mi trovavo , giorni fa, nei giardini pubblici della mia terra natia, quando incontro un amico con accanto seduto un mio coetaneo.

Si inizia subito a parlare di scuola, di cosa significhi insegnare, della didattica innovativa e tanto altro.

Ad un certo punto il compagno bofonchia: alla fine il buon insegnante è colui che ti appassiona, che ti fa innamorare ed amare per sempre una certa disciplina.

Mi racconta che quando era in terza ragioneria ovvero 20 anni fa, un docente supplente (avuto per 4 mesi) di economia aziendale  ha fatto amare alla classe la materia presentandola in un modo nuovo, affascinante, al punto che tutti gli alunni hanno aperto i libri, hanno studiato con piacere sugli appunti, si sono creati un percorso di studio autonomo!

Buongiorno,

quando ho incontrato il collega Pietro Cerreta al recente Science on Stage di Londra, ho visto in lui oltre ad un corregionale (affetto, socievolezza , passionalità tipica di noi campani), soprattutto un collega preparato ed appassionato di fisica. In aeroporto mi ha raccontato della sua associazione Scienza Viva e guardando il loro sito (www.scienzaviva.it) mi sono detto che è una realtà che tanti colleghi devono conoscere (sul loro sito trovate tutte le informazioni per raggiungerli) , un luogo dove portare i propri alunni, ma anche le loro famiglie, oltre ad essere un ente riconosciuto che promuove corsi di formazione rivolti a noi docenti; ma diamo la parola direttamente al collega Pietro Cerreta.

In allegato trovate l'articolo apparso sul Giornale di Fisica "La candela di Faraday, un bell’esempio di diffusione della cultura scientifica"

Alfonso D'Ambrosio

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Quanta fisica è possibile fare in spiaggia?

Il mare e la sabbia ci offrono occasioni uniche ed a costo zero per riflettere su importanti fenomeni fisici naturali. In questi giorni sulla spiaggia ho affrontato e discusso alcuni esperimenti “estivi”.

In questo articolo più leggero non voglio tediarvi sul perché o non perché di questo o quel fenomeno, ma piuttosto stimolare il lettore vacanziero ad aguzzare la vista, a porsi domande e nella fase finale a cercare le risposte (che sono tutte reperibili nella rete in siti specializzati, anche in italiano). Iniziamo!

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Buongiorno,

in questi giorni mi chiedevo cosa significhi fare una "buona" didattica ( qualcuno oserebbe il termine "efficace"); ad oggi ancora non ho trovato una possibile risposta e fortunatamente non credo ci sia, altrimenti perderei il gusto di continuare a cercare e ricercare.

Dare delle regole? ma sì , anche se probabilmente saranno tutte sbagliate!

Sicuramente per fare della buona didattica occorre tenere a mente alcune regole.

Una prima regola: fai ciò che ti piace! e questo vale per il docente, ma soprattutto per gli studenti. La seconda regola che darei agli studenti (ma anche ai docenti) è: sbaglia, permetti l'errore altrui, ma soprattutto non vergognarti ad esprimere i tuoi dubbi, usando anche termini non adatti. Questa regola è quella che preferisco, la rete è intrisa di colleghi che propongono le proprie idee, i loro progetti dove al centro vi è un solo soggetto : IO, IO , IO, IO.

Se si osa esprimere una opinione diversa dalla massa, allora sei escluso (in questo siamo tra le categorie che trasudano saccenza e verità assolute)!

Regola numero tre: cosa vogliono davvero i nostri studenti? quando ero al Liceo durante le ore di matematica e fisica mi addormentavo! Non era irriverenza la mia, semplicemente non stavo facendo ciò che mi piaceva, pertanto "facevo finta " di dormire e pensavo alle mie cose (all'epoca , come oggi, tutto incentrato sulla fisica e la cosmologia)

Quarta regola: divertiti con i tuoi studenti! Questa regola dice tutto! Il lavoro che vi presento oggi racchiude un pò tutte queste regole! Gli studenti hanno progettato, immaginato, sognato una idea, relativamente complessa (una serra automatizzata) e l'hanno realizzato, così come la vedrete nel corso nell'articolo! Il progetto è partito dall'idea di Expo su Cibo e vita, che poi sì è trasformato in energia in cibo in vita.

Come hanno lavorato gli studenti con il docente? Semplicemente divertendosi! Ognuno ha buttato giù la sua idea, senza remore, sbagliando linee di codici,con qualche cavo messo male, chiamando tensione ciò che era corrente, ma cosa importa? Cosa sarà mai questo oggetto? cosa importa se all'inizio non riconosci un diodo o un Mosfet, quello che conta non è dare un nome alle cose, ma capire a cosa possa servire ed a come funziona quella cosa .

Il lavoro è frutto di un progetto di squadra pomeridiano, di tipo aziendale (ognuno portava la sua idea, assemblava un suo pezzo di programma, chiedeva all'altro mi serve questo, lo fai tu o lo faccio io?), fatto di riunioni, dove ognuno esprimeva liberamente i propri dubbi, dove anche l'insegnante diceva la sua (e non sempre era la soluzione migliore!)

Ci siamo divertiti, abbiamo giocato, abbiamo avuto delle soddisfazioni (terzo posto al Concorso Sperimentando di Padova, Partecipazione alla Fiera Agenda21 For.Este sull'ecosostenibilità), ma soprattutto siamo ancora curiosi ed entusiasti di continuare a sperimentare

Alfonso D'Ambrosio

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