ed.fisicaNel documento "La Buona Scuola" presentato dal Governo Renzi lo scorso 3 settembre, si leggeva a grandi titoli a pag. 93, che tra le tante innovazioni ci sarebbe stata quella di introdurre "un'ora di ed. fisica nelle classi dalla II alla V"(vd. immagine).

Chiunque insegnasse alla primaria o avesse un figlio che l'ha frequentata negli ultimi 30 anni, sarà rimasto sorpreso nel leggerlo, in quanto l'ora di ed.fisica (chiamata fino a qualche anno fa "educazione motoria") fu introdotta, così come la conosciamo, dai non recenti "programmi dell'85" ed è praticata dai bambini della primaria sin dalla I classe e non dalla II !

 

Se però si legge quanto scritto in piccolo, senza sfondo arancione e caratteri accattivanti, si deduce che l'innovazione non è l'ora stessa di "educazione fisica" ma chi l'insegnerà: i laureati in scienze motorie grazie all'approvazione alla Camera dell' emendamento al DDL Scuola che prevede "questa innovazione", accolto con gioia dei deputati di Scelta Civica Valentina Vezzali e Bruno Molea e dai tanti laureati in scienze motorie che guardano con speranza ad un'ulteriore possibilità d'impiego.
Proviamo però ad analizzare cosa c'è nella scuola primaria e cosa ci sarà se questo emendamento dovesse diventare legge.

L'ora di educazione fisica è attualmente svolta dalle maestre della scuola primaria che hanno l'accesso all'insegnamento (situazioni ricorsuali a parte) solo se in possesso della laurea specifica in scienze della formazione primaria. Questo corso di laurea, nato con il sistema dei crediti formativi, è basato in gran parte sulla didattica e sulla pedagogia dell'infanzia e prevede vari esami, attività laboratoriali nonchè ore di tirocinio, incentrate proprio sull'acquisizione della teoria della tecnica e della didattica delle attività motorie specifiche per l'età evolutiva, passando per le basi biomeccaniche e morfologiche del movimento.

È naturale pensare che non vi siano paragoni in termini di conoscenze tecniche tra un laureato in scienze della formazione primaria ed uno in scienze motorie, ma forse dovremo riflettere su cosa serva ai bambini della scuola primaria.

L'ora di educazione fisica, non è l'ora di allenamento, non è l'ora di sport; è l'ora in cui i bambini attraverso il loro corpo e attraverso un movimento strutturato e finalizzato scoprono se stessi e gli altri, acquisiscono competenze che poi "portano sui quaderni".

Alcuni esempi?

Imparano le tabelline saltellando sulla linea dei numeri, imparano la destra e la sinistra giocando, scoprono le dinamiche di gruppo attraverso il gioco di squadra,provano a fare le letterine con il proprio corpo avvalendosi magari dell'"alfabeto corporeo", imitano i movimenti degli animali, ballano a ritmo di varie musiche, fanno esperienze di role playing... insomma il corpo utilizzato come stimolo per l'acquisizione di altri saperi disciplinari più ostici. Certo la parte "motoria più tecnica" è presente ed è sottesa ad ogni attività, ma non è la finalità, il "movimento" è mezzo  ma non fine.

Ci chiediamo dunque: come può un laureato di scienze motorie avere tali competenze, se non opportunamente formato sui contenuti didattici transdisciplinari e su quelli propri della fascia di età a cui dovrà insegnare? Se fino ad adesso non era previsto che questa figura professionale avesse accesso alla primaria, è ovvio che non vi sia nel suo piano di studi neppure un esame che abbia nella sua dicitura: "scuola primaria". 

Chiediamoci "come" ma soprattutto "cosa" insegnare!

 

E poi ancora diversi aspetti tecnici da mettere in luce e di cui il ddl appena approvato alla Camera non chiarisce affatto. 
In primo luogo, quale sarà l'orario di questi "nuovi" docenti? 24 ore come alla primaria o 18 come negli ordini successivi? E quali saranno il contratto e la retribuzione? 

Se ci fossero le stesse condizioni contrattuali di un collega laureato in lingue o sfp alla primaria, chi preferirebbe 24 ore settimanali con retribuzione più bassa, a 18 con retribuzione più alta ? Chi se non un docente che non ha avuto fortuna nel trovare impiego nelle classi di concorso per cui si è volontariamente formato?

Se le ore fossero organizzate come 22 frontali + 2 di programmazione come per ogni laureato che insegna alla primaria, significa che per completare il proprio orario, da 1h settimana per classe, occorrono scuole di con multipli di 22 classi ... sarebbe un bel girare e suddividere le 40h funzionali più programmazioni ed il resto che alla primaria si svolgono di pomeriggio settimanalmente o bisettimanalmente. 

 

Sarebbe opportuno a pochi mesi dalle paventate immissioni in ruolo che il governo Renzi mettesse in luce questi punti.

Sarebbe opportuno che non si considerasse la base dell'istruzione del nostro Paese, la scuola primaria, come "ufficio di collocamento" per docenti di altre cdc in esubero.

Sia inteso sport a scuola con docenti specializzati in Scienze Motorie sarebbe bellissimo!!!

Magari il pomeriggio con dei corsi specifici, ginnastica correttiva, allenamento per i bimbi in sovrappeso, incremento degli sport di squadra, oppure come attività laboratoriale pomeridiana durante il tempo pieno o i prolungamenti... sano allenamento, di gentiliana memoria, ma nulla che sottragga un'ora curricolare ad una docente professionista, un'ora come quella di "ed. motoria" strettamente funzionale alla didattica ed alla formazione dei bambini.

 

Vi lascio un ultimo interrogativo e forse provocazione: se le competenze disciplinari di una laurea specifica come scienze motorie, sono più efficaci di quelle di una laurea maggiormente incentrata sulla didattica e con approccio plurimo, ma ovviamente parziale, ai singoli saperi disciplinari come scienze della formazione primaria, allora perchè non estendere tale assunto anche ad altre materie?

Chiamiamo Prof. di matematica, di italiano, di lingue, di informatica, storia, geografia ecc.. di medie e superiori ad insegnare ai bambini e cancelliamo la classe di concorso di scuola primaria? Oppure permettiamo a ciascuno di insegnare ciò per cui è formato senza sottomettere la formazione dei nostri alunni, specie i più piccoli alle logiche occupazionali e della ricerca di consenso del Governo?